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Nel ricorso il Napoli attacca la giustizia sportiva: “Condannati per malafede senza una prova”

Il Mattino pubblica stralci del ricorso: “violati i principi del giusto processo. Se anche il Napoli fosse andato a Torino, saremmo stati fermati in albergo”

Nel ricorso il Napoli attacca la giustizia sportiva: “Condannati per malafede senza una prova”

Il Mattino pubblica stralci del ricorso di trentadue pagine di ricorso, protocollato con il numero 01176, presentato dagli avvocati del Napoli: Enrico Lubrano che affianca Grassani.

Nel ricorso il Napoli definisce illogiche, incoerenti e irragionevoli le motivazioni che hanno portato alla condanna e viene sottolineato che

«una causa di forza maggiore che è stata preclusione alla trasferta, è intervenuta già il giorno prima della partita».

In pratica, ed è questo il punto chiave, il successivo provvedimento del 4 ottobre aveva carattere solo confirmativo e non di primo provvedimento di preclusione alla trasferta. Non è un dettaglio di poco conto.

Il Napoli spiega che, pur avendo disdetto voli e tamponi, avrebbe avuto tutto il tempo – nel caso in cui avesse avuto l’ok per la trasferta «in bolla» – di fare i test a Napoli e arrivare in tempo utile allo stadio.

Ma, soprattutto il Napoli sferra un attacco al giudice sportivo e al presidente della Corte d’appello Sandulli o meglio al provvedimento da lui firmato.

E poi c’è l’affondo contro le motivazioni del giudice sportivo e dellaCorte d’appello perché, scrivono i due avvocati nel ricorso, non c’è una «benché minima prova» di una condotta in malafede del Napoli. In pratica la condanna in primo e secondo grado violano i principi cardine del giusto processo: la presunzione di buona fede e il principio del “in dubio, pro reo”. Qui, sarebbe avvenuto il contrario. Perché non c’è movente o interesse della società a non giocare la gara.

Il Napoli sostiene che anche se la squadra avesse ignorato il divieto e fosse partita, alle 14,13 quando è stata raggiunta dal secondo provvedimento, «o saremmo dovuti rientrare a Napoli o saremmo dovuti restare in isolamento in hotel a Torino». Ma di certo la partita non si sarebbe comunque disputata.

 

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