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L’Italia rischia di fare la fine della Russia: alle Olimpiadi senza bandiera e inno

Il doping non c’entra. Il Coni rischia la sospensione da parte del Cio a causa della riforma che gli ha tolto autonomia. Malagò: “Imbarazzante che si sia arrivati a questo”

L’Italia rischia di fare la fine della Russia: alle Olimpiadi senza bandiera e inno
Antonello Sammarco/Image Sport

Il Coni rischia la sospensione da parte del Cio, in attesa che “l’Italia tiri fuori il coniglio dal cilindro”. La data è il 27 gennaio, che pericolosamente si avvicina. L’Italia potrebbe fare la fine della Russia, della Bielorussia e (forse) dell’Iraq: ai Giochi gli atleti azzurri finirebbero senza inno e bandiera. Una figuraccia internazionale dovuta alla violazione dell’articolo 27 della Carta Olimpica: mancato rispetto dell’autonomia dopo la riforma dello sport italiano voluta dal Governo.

Malagò lancia l’ennesimo appello dai microfoni di ‘Sabato Sport’ su Rai Radio 1:

E’ abbastanza imbarazzante essere arrivati a questo punto, tutti sanno il rischio che corriamo, ci auguriamo che chi ha l’onere e la responsabilità di trovare la soluzione quantomeno mantenga la parola. L’Italia in questi frangenti dà il meglio di sè e tira fuori il coniglio dal cilindro”.

“Pensate alla Russia, Paese top non solo nello sport, che non potrà partecipare con la propria bandiera nè alle Olimpiadi di Tokyo nè ai Giochi invernali di Pechino. Non so se vi rendete conto della pesantezza della decisione. Ci auguriamo che chi ha l’onere e la responsabilità di trovare la soluzione quanto meno mantenga la parola perché ormai tutti sanno perfettamente il rischio che corriamo”.

“Il Cio – scrive Repubblica – contesta che da parte del Governo italiano sono state disattese le promesse fatte dopo l’incontro di Bach con il premier Giuseppe Conte il 24 giugno del 2019 a Losanna poche ore prima dell’assegnazione a Milano-Cortina dei Giochi invernali del 2026. Il Cio ha inviato inoltre diverse lettere al Governo italiano, in particolare al ministero dello Sport, ma non ha ottenuto le risposte che si aspettava. Il ministro Spadafora ha preso tempo, si è battuto per lunghi mesi, ma non è riuscito a fare approvare il decreto legge n.1, il più importante, quello che riguarda appunto la governance del Coni”. Il parlamento non è riuscito a risolvere il problema, né con la Legge di Stabilità, in via di approvazione, né con il Milleproroghe.

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