La squadra non ha ancora ben chiara la sua natura. Gattuso non l’ha modificato neanche con le sostituzioni, che hanno snaturato i singoli, trascinandoli nel caos
Contro il Torino, ieri sera, solo Insigne ha salvato il Napoli da un’altra sconfitta in campionato. Dopo aver buttato 45’ con la Sampdoria, 70’ con l’Inter e tutta una partita con la Lazio, scrive il Corriere dello Sport,
“il Napoli ha continuato a sprecare se stesso, perdendosi tra idee confuse per un’altra ora e mezza ricca di niente e piena della confusione più totale”.
E ancora:
“Il Napoli non è stata una squadra, non è riuscita a costruire, è rimasto ostaggio di quella ossessione di Gattuso (il 4-2-3-1), ha palleggiato poco e male, sempre sotto ritmo, ed ha rischiato, sul serio, di farsi male”.
La squadra partenopea non ha ancora capito cos’è.
“Il Napoli non ha ancora ben chiaro quale sia la propria natura e Gattuso ha continuato a soffrire in mezzo al campo, non l’ha modificata, sempre a due, anche con le sostituzioni, che hanno snaturato i singoli, trascinandoli nel caos avvertito da Elmas e Fabian, costretti ad inventarsi una vita da mediano che gli è sconosciuta, non gli appartiene”.
Non bastano le assenze illustri a giustificare quanto visto in campo.
“Il Napoli – distante da qualcosa di oggettivamente comprensibile – ha aggiunto disordine alla propria espressione già improbabile: tre punte (Lozano, Llorente e Insigne), un trequartista (Zielinski), due interni (Fabian e Zielinski) alle spalle di questa impalcatura fragile, lacunosa, come quella squadra costruita da Gattuso ma senza offrirle soluzioni”.