L’ad dell’Inter: «Il calcio paga 1,2 miliardi di euro l’anno come gettito fiscale. Il costo del lavoro è sproporzionato rispetto al fatturato»
Ieri giornata di gridi d’allarme da parte del calcio italiano. Lo ha fatto il presidente della Lega Dal Pino, Adriano Galliani e l’ad dell’Inter Marotta le cui dichiarazioni sono state riprese anche dal Corriere dello Sport. L’ad dell’Inter ha parlato al Festival Glocal 2020 ideato da VareseNews:
«La situazione era devastante a inizio pandemia e adesso lo è ancora di più. Purtroppo siamo davanti al rischio default. Dobbiamo essere più considerati dal Governo: non chiediamo aiuti in termini di contributi, di soldi o di finanziamenti ma semplicemente un differimento della tassazione per poter respirare. Il mondo del calcio paga 1,2 miliardi di euro l’anno come gettito fiscale…».
La sofferenza del pallone secondo Marotta è dovuta a due fattori:
«Il costo del lavoro è sproporzionato rispetto al fatturato che si faceva e che si fa. Bisogna trovarsi tutti insieme e prendere decisioni univoche, non club per club. Come Inter non abbiamo chiesto la riduzione degli stipendi ai giocatori perché la nostra stagione è finita il 21 agosto e hanno fatto degli straordinari, ma dal punto di vista economico e finanziario siamo davanti a una situazione drammatica. La Serie A produce 4 miliardi di euro e in un anno normale il deficit era di circa 700 milioni. Nel 2020 andiamo verso il 50%. Perché? Con gli stadi chiusi mancano gli introiti del botteghino, voce che per l’Inter incideva per circa 50 milioni, oltre a tutte le entrate commerciali derivanti dal “match day” e dal merchandising. Gli sponsor hanno iniziato a ridurre gli investimenti pubblicitari e c’è un contenzioso sia con le aziende per circa il 20% del totale sia tra la Lega e Sky per l’ultima rata dello scorso campionato».