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Sileri dice: «Basta con la politica, torno a fare il chirurgo». Ma resta a fare il viceministro

A Libero: «Il fatto che io sia in Parlamento è la prova del fallimento del sistema Italia, dovrei essere in ospedale. Tornerò al San Raffaele»

Sileri dice: «Basta con la politica, torno a fare il chirurgo». Ma resta a fare il viceministro

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, nei giorni scorsi intervenendo ad Agorà, su Rai3, aveva espresso i suoi dubbi sul nuovo Dpcm e sulle misure di contenimento del coronavirus in esso contenute

“non credo che saremo in grado di abbassare troppo questi numeri. Semmai potremo rallentarne la salita”

Oggi a Libero parla di se stesso come di un “politico per caso”

«Sono un avulso, il fatto che io sia in Parlamento è la prova del fallimento del sistema Italia. Se nel nostro Paese le cose andassero come dovrebbero, io in questo momento mene starei in ospedale a togliere i tumori dalla pancia della gente e in università a fare lezione»

Silieri era un chirurgo, lui stesso racconta che la notizia della sua nomina come vice ministro gli arrivò mentre era in sala operatoria e da allora non vi è più potuto rientrare

«avevo chiesto di poterci andare da volontario il sabato mattina, quando sono libero, ma in quanto sono al governo mi è stato impedito. Il 25 marzo 2023 però, quando sarà finito tutto questo, mi troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016».

Non è interessato a ricandidarsi e a restare in politica

«Non mi ricandido. Sono un chirurgo, non butto via 25anni di sacrifici e professione.

Il 25 marzo 2023 però, quando sarà finito tutto questo, mi troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016»

E non nasconde il fatto che guadagnava di più come chirurgo

«la maggior parte entra o rimane in politica per i soldi o per il potere. Io guadagnavo di più da medico che da viceministro e il potere per me è fare le cose che ritengo utili per il Paese»

Non è d’accordo con tutto ciò che il Governo ha fatto e fa per combattere la pandemia fin dal principio, del resto lui stesso partì due volte per la Cina senza autorizzazione per recuperare cittadini italiani, il 2 e il 14 febbraio

«Io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative. Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il Paese»

La sua decisione è presa dunque, tornerà in sala operatoria al San Raffaele con Zangrillo che lui reputa un ottimo medico al contrario di una parte della stampa e dell’opinione pubblica

«Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la tv per sfide e scopi personali»

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