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Gravina: «Lavoro a un campionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo»

Al CorSport: «La Nazionale di Mancini è rivoluzionaria, non aspetteremo l’Europeo per rinnovare il ct. Riapertura stadi? Ho molta fiducia nel governo, ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi»

Gravina: «Lavoro a un campionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo»

Sul Corriere dello Sport una lunga intervista al presidente Figc, Gabriele Gravina.

Parla della Nazionale di Mancini e anche del fatto che i club non la amano troppo.

«Prevale una concezione atavica che vede la Nazionale in competizione con le singole società. Eppure ciò che è accaduto in azzurro negli ultimi due anni è una rivoluzione copernicana, che ribalta vecchi schemi e impone di cambiare mentalità: Mancini ha dimostrato che, valorizzando i giovani e vincendo con loro, tutto il movimento sportivo ne trae un vantaggio».

E apre al rinnovo del ct

«Il ciclo che ha aperto va ben oltre il limite contrattuale del dicembre 2022. Ci sono tutte le ragioni per condividere un progetto più lungo. Non è necessario aspettare. Mancini ha già vinto. Con la piena condivisione sul progetto, bisogna stringere i tempi».

Sul fatto che si riaprono arene e cinema ma non gli stadi.

«Non so se è un pregiudizio. Ma certamente qualcuno fa fatica a comprendere quale rigore, quale qualità, quale responsabilità il calcio è in grado di mettere in gioco. Ci è stato detto che bisognava aspettare la riapertura delle scuole, adesso spero che i riscontri positivi ci consentano di parlare di riaprire gli spalti. Certo, mi dispiace che ancora una volta l’Italia vada a rimorchio di esempi che arrivano da altri paesi, come la Germania».

Dichiara di aver fiducia nel governo ma aggiunge che una decisione deve arrivare in tempi brevi.

«Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c’è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale».

Sulla posizione della Lega rispetto all’ingresso dei fondi di private equity nella media company per la gestione dei diritti tv:

«Non so se esiste unanimità piena. In ogni caso deciderà la Lega nella sua autonomia».

E aggiunge:

«Ci sono approfondimenti da fare. Toccherà a Dal Pino istruirli, e poi decidere insieme con i club. Ma una cosa è certa. Per vendere bene i diritti tivù, si deve offrire un prodotto appetibile. E per offrire un prodotto appetibile, non si può avere paura del cambiamento. Nessuno ti dà più risorse per uno spettacolo che non riscontra sempre maggiore appeal nel pubblico».

Gravina afferma di stare lavorando ad un nuovo format per il campionato.

«Sto lavorando a un campionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo».

Sugli arbitri e Nicchi alla quinta candidatura per il quarto mandato.

«Il fatto che, all’interno dell’Aia, potrebbero esserci candidature alternative a Nicchi vorrebbe dire che i regolamenti adottati dal calcio aprono la possibilità di un confronto democratico. Poi, se lui vince, governa. Altrimenti va a casa. Ma ci sono presidenti che sono al sesto o al settimo incarico».

Gravina sottolinea la centralità di stadi e settori giovanili per la crescita del calcio.

«Stadi e settori giovanili sono gli asset del rilancio, senza i quali siamo condannati al fallimento».

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