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20.000 firme per cacciare Bartomeu, l’ora più buia del presidente che ha distrutto il Barca

El Pais lo descrive come un uomo ormai “arroccato”. Il referendum popolare potrebbe indurre il suo Consiglio alle dimissioni e alle elezioni anticipate

20.000 firme per cacciare Bartomeu, l’ora più buia del presidente che ha distrutto il Barca
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La petizione per sfiduciare il presidente del Barça, Josep Maria Bartomeu, e tutto il suo Consiglio, ha raggiunto sulla piattaforma “Més que una moció” 20.687 firme, ieri. Un oceano di consensi che rappresenta il primo passo necessario – ma tutt’altro che definitivo – per innescare la cacciata dell’attuale dirigenza blaugrana. Come previsto dallo Statuto del Barça, nei prossimi giorni inizierà un vero e proprio processo che si concluderà con un referendum: se i due terzi dei soci appoggeranno il voto di sfiducia, verranno indette elezioni anticipate.

Insomma, Messi è rimasto imprigionato ma il suo carceriere potrebbe non passarla liscia.

Entro un termine tecnico di dieci giorni lavorativi – spiega La Vanguardia – sarà costituito il tavolo per la mozione di censura. Seguiranno altri altri dieci giorni lavorativi per verificare la soddisfazione dei requisiti di validità, e convalidare le firme.

Se il consiglio sarà costretto a dimettersi, verrà istituito un comitato di gestione che convocherà le elezioni entro tre mesi dall’insediamento dei suoi membri.

E’ il momento più basso della presidenza Bartomeu. Una presidenza disastrosa. El Pais è andato a ripescare una intervista del luglio 2015 nella quale lo stesso presidente si descriveva come

“un lavoratore silenzioso, una persona a cui piace unire più della rottura e che cerca il consenso, non l’imposizione. Non sono il miglior ingegnere, né il miglior economista, né il miglior avvocato, ma mi piace che ci sia una buona atmosfera intorno a me. Non sono il migliore, ma prendo decisioni e produco buone vibrazioni, il che fa superare rapidamente le difficoltà”.

A rileggerla oggi, dopo il caso Messi, fa un po’ specie. Cinque anni dopo, quell’innocuo aspirante che non si vantava di nulla e sapeva un po’ di tutto – scrive El Pais – è seduto su una polveriera”.

Messi è stato trattenuto a forza. Il 2-8 in Champions resterà nella storia delle umiliazioni del club. Si sono dimessi fino a 11 dirigenti. Il voto di sfiducia è trascinato da un plebiscito popolare. La polizia non chiude il Barçagate. Ha buttato miliardi in mosse di mercato sbagliate, cambiando la bellezza di cinque direttori sportivi: Zubizarreta, Robert Fernández, Pep Segura, Éric Abidal e Ramon Planes. Alla faccia delle buone vibrazioni.

Ora chi gli è vicino – scrive ancora El Pais – lo descrive come un uomo “arroccato, ignaro del rumore, come se ancora regnasse la quiete di quando nessuno lo prendeva sul serio, perché lo vedevano come un interinale, una brava persona”.

“Non sa come fare una squadra, è diffidente, si innamora e si disinnamora facilmente e velocemente. Non capisce il calcio e improvvisa fino all’irresponsabilità”.

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