Sulla Stampa. Ieri la svolta. Niente chiusura se la trasmissione del contagio nella comunità non è elevata. La valutazione spetterà al Dipartimento di prevenzione dell’Asl
Il Governo e le Regioni hanno trovato un punto di accordo sulla riapertura delle scuole: un solo caso di positività accertato in classe non porterà alla chiusura degli istituti. Soprattutto se la trasmissione del contagio nella comunità non sarà considerata elevata. La valutazione spetterà al Dipartimento di prevenzione dell’Asl.
Il quotidiano scrive:
“Le scuole riapriranno e non richiuderanno così facilmente come molti prevedono. Nel protocollo dell’Istituto superiore di sanità per la gestione di eventuali casi Covid a scuola, approvato ieri dalla Conferenza unificata stato-regioni-enti locali, si chiarisce che «un singolo caso confermato in un istituto non dovrebbe determinarne la chiusura, soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata». La valutazione spetterà al Dipartimento di prevenzione dell’Asl, che deciderà in base «al numero di casi confermati, di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità»”.
L’aumento dei contagi registrato ieri (1462 casi) va messo in riferimento al record di tamponi effettuati. Certo, la tendenza preoccupa, visto che il Comitato tecnico-scientifico avverte che il ritorno a scuola
«potrebbe produrre un lieve incremento dell’indice di trasmissione del contagio».
Resta comunque da risolvere il nodo dei trasporti locali.
“Nell’ultimo tavolo tecnico al ministero dei Trasporti, è stato discusso un documento, elaborato alla luce delle ultime indicazioni del Cts, che prevede di derogare al distanziamento, consentendo di riempire i mezzi fino all’80% della capienza (ora viaggiano al 50%). Questo a patto che vengano garantite alcune misure di prevenzione e di igiene: la mascherina sempre obbligatoria, un adeguato ricambio dell’aria, con filtri certificati, la regolare sanificazione degli ambienti e l’eventuale installazione di pannelli divisori, soprattutto sulle lunghe percorrenze”.
Le richieste delle Regioni sono state parzialmente accolte, ma i governatori hanno insistito sulla necessità di ulteriori risorse per finanziare i servizi aggiuntivi, che dovranno coprire il residuo 20% di passeggeri lasciato a terra, in particolare nelle ore di punta. Hanno inoltre chiesto, continua La Stampa,
“che le nuove regole siano applicate a tutto il trasporto pubblico locale, compreso quello ferroviario. Escludendo quindi i treni dei pendolari dal rispetto delle disposizioni attualmente in vigore per l’alta velocità e, in generale, per i treni a lunga percorrenza”.