Dopo la disfatta in Champions, il club non ha licenziato quello che per i senatori era “il responsabile di una programmazione disastrosa”. Anzi, toccherà a lui rifondare. Per ora.
Eric Abidal è ancora il direttore sportico del Barça. Fa un po’ specie la decisione del club di affidare proprio al “nemico” dei senatori la rottamazione di una squadra al disfacimento completo. La rivoluzione ormai inevitabile dopo il catastrofico 2-8 preso in Champions dal Bayern riparte, almeno per il momento, da quello che Messi indicò come il responsabile di pianificazione sbagliata quando la crisi già si intravedeva a stagione in corso.
Fonti del club hanno spiegato al Mundo Deportivo che il futuro di Abidal sarà deciso solo dopo il lavoro di riordino della rosa, soprattutto riguardo al capitolo vendite e trasferimenti. Il Barça ha bisogno di alleggerire il conto stipendi ed è una missione che tocca a lui. Lo stesso Abidal non ha intenzione di andarsene: ricopre la carica dal 2018, quando subentrò a Robert Fernández, sotto la supervisione di Pep Segura, ex direttore generale.
Ma niente è certo al Barcellona. I suoi 163.000 soci saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente fra un anno, ma dopo la sconfitta contro il Bayern Monaco sono in molti a chiedere che vengano anticipate il prima possibile. Bartomeu è ormai considerato il primo responsabile dello scatafascio: progetti tecnici vecchi, scarso utilizzo dei giocatori della Masia, e tantissimi acquisti sbagliati.
Anche Ronald Koeman, per tutti il prossimo allenatore blaugrana, è appeso al destino societario: per prassi elettorale ogni candidato alla presidenza porta con sé un nuovo tecnico, per esempio uno dei candidati per il 2021, Victor Font, pare abbia già d’accordo con Xavi, che attualmente allena in Qatar. Koeman insomma avrebbe un anno per dimostrare il suo valore.