La portavoce del comitato vittime al CorSera «Vorrei che noi e il nostro dolore diventassimo granelli di sabbia per inceppare il meccanismo di un sistema di sicurezza che non ha funzionato»
Sul Corriere della Sera le parole di Egle Possetti, portavoce del comitato dei familiari vittime del Ponte Morandi. Oggi sarà inaugurato il nuovo ponte di Genova. Lei, come tanti altri ai quali sono state strappate le vite dei propri congiunti, ha già fatto sapere che non sarà presente.
Il 14 agosto 2018, alle 11 e 35 minuti e 55 secondi, Egle ha perso la sorella Claudia, il marito di lei Andrea, sposato appena 22 giorni prima, i due figli del primo matrimonio, Manuele di 16 anni e Camilla di 12, e il cagnolino di casa, Stella. Tutti morti, in un attimo, sotto le rovine di quel maledetto Ponte in una giornata di pioggia.
Racconta che in questi due anni ha conosciuto gente meravigliosa. Sono loro l’unica cosa che le dà ancora fiducia.
«In questi due anni ho conosciuto tante persone di grande valore e spessore umano e professionale. Gente preziosa, che fa il suo lavoro con abnegazione, che mi fa sperare bene per il futuro e che mi ha fatto riacquistare un po’ di fiducia, per quanto sembri paradossale la parola fiducia in questa tragedia».
Egle ha una speranza.
«Vorrei che tutti noi e il nostro dolore diventassimo granelli di sabbia per inceppare il meccanismo di un sistema di sicurezza che non ha funzionato. Che si cambi, finalmente, per il bene di tutti».
E giura di non passare mai sul nuovo ponte di Genova.
«Se potrò non ci passerò mai. Non per disprezzo, sia chiaro. È che mi trema il cuore al solo pensiero. Un giorno ero ferma al rosso di un semaforo, su un ponte. Dall’altra parte è passato un tir che ha fatto sussultare tutto, sono scoppiata a piangere, non riuscivo più a guidare. Ho immaginato loro in quei momenti…».