Risultati, gioco, spogliatoio. Ormai il tecnico “ha le spalle al muro”. Per El Pais e Marca lui si sente tranquillo, ma tutti ne raccontano il lungo addio
Setién è pronto per essere un titolo di Netflix: una serie drammatica che ricostruisce a ritroso gli eventi che porteranno al licenziamento del tecnico del Barcellona. Ogni giorni le pagine di sport dei quotidiani spagnoli sono una raccolta di titoli-sentenza. Per El Pais è “l’oscuramento di Setién”, per la Vanguardia “Setién a processo”, per Marca ha “le spalle al muro”, Sport lo mette in prima pagina con “Futuro incerto” a caratteri cubitali. Appena ieri Infojobs si è offerta di aiutarlo a trovare un nuovo impiego, sui social. Insomma, un momentaccio alimentato dai due pareggi in serie che proiettano i blaugrana al secondo posto della Liga, quello degli sconfitti.
El Pais ricorda che Setién è arrivato sulla panchina del Barca dopo una serie di “no”: “non erano rimaste alternative”. Il presidente ha optato per Quique Setién. Il suo curriculum ha pesato meno della sua storica e genuina ammirazione per Cruyff. Un impiegato della società dice: “Questi ragazzi sono intelligenti. Ti studiano a poco a poco. Se gli allenatori danno loro soluzioni e vincono non succede nulla. Il problema è quando ciò non accade”. Ecco.
Secondo El Pais alla vecchia guardia dello spogliatoio non sono piaciute nemmeno le interviste da neoarrivato. Nella loro idea di gerarchia, sono i giocatori i portabandiera, non il tecnico. Lui, mediaticamente, viene in second’ordine. Il Cantabrico osò dire una cosa così: “È sufficiente vincere la Champions League”. Messi lo rimise subito al suo posto: “Tutti hanno la loro opinione, la mia è basata sul fatto che sono stato fortunato a giocarla ogni anno e so che non è possibile vincerla giocando come giochiamo noi”.
El Pais è durissimo: “Il 10 ha vinto quattro Champions; Setién ha diretto solo la partita del Napoli”. “Setién insiste sul fatto che si sente forte. Dal club assicurano che il suo licenziamento non è in discussione. Ma la parola di Bartomeu è fragile. Le sue risposte ai giornalisti dopo aver vinto a Maiorca sono durate sei minuti. Quelle dopo il pareggio contro l’Atlético, due. E non è che a Setién non piaccia parlare…”.
Marca analizza nel dettaglio tutti i problemi che deve affrontare l’allenatore. Roba da arrendersi all’evidenza.
I risultati, tanto per cominciare. Ha pareggiato tre delle ultime quattro partite e ha perso la leadership della Liga. “I record del Cantabrico sono, per alcuni aspetti, peggiori di quelli di Ernesto Valverde: partite vinte, gol a partita, assist e tiri in porta…”.
Il gioco. Uno dei motivi principali per cui Setién ha sostituito Valverde è perché l’ex allenatore del Betis avrebbe dovuto riguadagnare il gioco di tocco, verticale, combinato e creativo che negli ultimi decenni ha caratterizzato il Barcellona. Ma non c’è riuscito. “Il gioco non è ancora brillante e i giocatori mostrano gli stessi automatismi ed errori che avevano con Ernesto Valverde”.
Lo spogliatoio. “A molti pesi massimi non piace il suo secondo, Eder Sarabia, e questo ha generato una grande divisione tra il team e lo staff tecnico; e altri giocatori, come Griezmann, non capiscono perché li abbia relegati in panchina nelle ultime partite mentre Leo Messi e Luis Suárez, come ha riconosciuto l’allenatore, sono fissi per principio”.
Per Marca “i prossimi giorni sono decisivi, anche se dal club negano di avere dato qualsiasi tipo di ultimatum all’allenatore”.