La battaglia per i diritti tv vista in chiave politica. Da un lato Del Pino, Juve e altri, dall’altro Adl e Lotito.
La Lega Serie A è alle prese con la questione fondi di investimento e diritti tv. Il presidente Dal Puno vorrebbe inserire dei fondi nel business. I primi a proporsi sono stati CVC, Bain Capital, Advent International. Entro lunedì dovranno dettagliare le loro offerte, il 30 luglio l’assemblea si pronuncerà sul tema.
I club sono divisi. Napoli e Lazio, con De Laurentiis e Lotito, scrive Prima Comunicazione, sono su posizioni sovraniste.
“Non approvano l’ingresso di soggetti esterni nell’azionariato della Lega Serie A. Sarebbe un cambiamento epocale che darebbe potere decisionale a manager esterni, diversi dai presidenti e dai dirigenti dei club. Per questo De Laurentiis propone di realizzare un canale della Lega da 4 milioni di abbonati a 36 euro autonomamente, con fondi o banche nel semplice ruolo di investitori, non di soci. È simile anche la posizione di Lotito che vorrebbe coinvolgere i cinesi di Wanda, dove opera come consulente Marco Bogarelli che ha lasciato Mediapro. Con gli spagnoli, sempre più defilati, invece è rimasto Matteo Mammì”.
Favorevoli invece all’ingresso dei fondi con quote di controllo sono Inter, Juventus, Milan, Fiorentina, Torino, Sassuolo e Bologna.
“Questi club vedono un’occasione unica di scardinare la gestione assembleare della Lega Serie A che concede troppi poteri di veto e finisce per condannare all’immobilismo su numerose questioni. E ovviamente queste società approvano una positiva iniezione di miliardi di euro nelle casse di Via Rosellini”.
Una partita soprattutto politica, che riguarda sì, aspetti economici, ma anche il potere decisionale.