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Libero, Daniele Cassioli: «Così un bambino cieco può cavalcare il mare»

Il campione paraolimpico ha organizzato un campus a Tirrenia per 31 ragazzi dai 5 ai 15 anni che possono trovare la propria strada in mezzo al buio e alle paure

Libero, Daniele Cassioli: «Così un bambino cieco può cavalcare il mare»

Libero racconta oggi la missione speciale di Daniele Cassioli: classe 1986,romano di nascita, gallaratese di adozione, far volare chi non ha gli occhi per vedere. Così il più grande sciatore nautico paralimpico di tutti i tempi che ha al suo attivo ventidue titoli mondiali, cinque medaglie d’oro ai Mondiali 2017 di Myuna Bay (Australia); venti titoli europei e ventisette italiani, insegna ai ragazzi non vedenti a fare sci nautico a Tirrenia.

«Un bambino può nascere cieco ma avere la fortuna di inciampare in un campo sportivo com’è capitato a me così a quel bambino fortunato io insegno a trovare la propria strada in mezzo al buio e alle paure».

Il campo per i ragazzini dai 5 ai 15 anni si terrà dal 25 al 30 luglio a trentuno, un campo estivo avventuroso e senz’altro speciale.

Daniele, cieco dalla nascita ha cominciato a nuotare a 3 anni, a 9 cavalcava le onde con gli sci e da allora non si è mai fermato

«Ho fatto del mio limite un punto di forza. Più che raccontare dove sono arrivato, quando faccio formazione, racconto da dove sono partito perché ognuno di noi, prima o poi, si trova a dover ripartire e non sta scritto da nessuna parte che essere cieco sia più grave di qualsiasi altra difficoltà. Non esistono problemi di serie A o serie B. Esistono atteggiamenti di serie A o serie B e sono questi a fare la differenza».

Non è stato semplice organizzare il campus, racconta Daniele, in periodo di coronavirus, ma lui non ha voluto abbandonare i suoi ragazzi da soli al buoi ed ha fatto di tutto per averne almeno 31 e anche chi non è riuscito ad entrare on sarà lasciato solo

«La verità è che la terapia sportiva nel bambino cieco o che vede poco è un tema poco trattato. E il soggetto in questione non è minimamente aiutato, tutto è lasciato alla buona volontà delle famiglie spesso non abbastanza informate. Portare un figlio cieco in ospedale o in un campo sportivo non è la stessa cosa».

Fare un campus estivo con i coetanei ha una valenza importantissima che va oltre lo sport per loro

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