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Di Marzio racconta la storia di Osimhen che significa “Dio è buono”

Dalla povertà in Nigeria fino alla Francia dove è finalmente esploso nel Lille e adesso potrebbe far sognare i tifosi del Napoli

Sull’onda della notizia di mercato del momento che riguarda il Napoli e Victor Osimhen, Gianluca Di Marzio ha raccontato oggi la storia del giovane calciatore partendo dal significato del suo nome

“Dio è buono”, questo significa Osimhen nel dialetto nativo di Ishan, gruppo etnico che popola alcune zone del sud della Nigeria.

La storia di Victor parte da una povera famiglia costretta a emigrare a Lagos, capitale economica della Nigeria, una famiglia in cui non era concesso pensare al calcio.

Ma il calcio incontra Osimhen, era destino.

È il fratello Andrew a insegnare il gioco del pallone a Victor quando insieme vannoa a vedere le stelle del calcio locale della loro comunità, ma Victor è bravo, dannatamente bravo e si fa subito notare.

Una collaboratrice del suo attuale agente, Jean Gerard Benoit Czajka, lo nota e lo porta alla Ultimate Strikers Academy, importante scuola calcio di Lagos, gli mette un paio di scarpini ai piedi e lo lascia libero di giocare a calcio.

Con la nazionale giovanile della Nigeria comincia a macinare gol 11 gol in 10 presenze con l’U17, 3 in 4 gare con l’Under 23.

A 19 anni arriva in Bundesliga, ma un infortunio alla spalla lo fermerà. Riparte dal Belgio, dal Charleroi, dove una stagione da favola lo porterà ad essere ceduto al Lille, per 12 milioni di euro.

Dopo 18 gol, prima del blocco del campionato per il coronavirus, adesso Osimhen sembra pronto ad arrivare in Italia, al Napoli

Non è passato così tanto tempo dagli anni della povertà in Nigeria, ma se “Dio è buono”, così come recita il suo cognome, allora i tifosi azzurri possono cominciare a sognare.

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