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De Luca sulla ripresa dell’anno scolastico: “Ci batteremo per arrivare in sicurezza a metà settembre”

Parla ai sindaci che saranno i primi responsabili della realizzazione della messa in sicurezza delle scuole: “Andiamo avanti senza esitazioni anche prendendo gli avvisi di garanzia che arriveranno”

De Luca sulla ripresa dell’anno scolastico: “Ci batteremo per arrivare in sicurezza a metà settembre”

Il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha parlato in diretta sui social questa mattina per sottolineare la priorità della scuola rivolgendosi ai sindaci che saranno in prima linea per garantire la partenza:

“Eravamo molto in dissenso col Governo per evitare sovrapposizione di turbo elettorale e apertura dell’anno scolastico. Avevamo proposto di andare al voto alla fine di luglio, ma hanno prevalso le esigenze dei politicanti. Abbiamo aperto tutto e sol le cabine elettorali non si possono aprire. L’apertura dell’anno scolastico sarà una cosa complicata se volgiamo dare serenità a tutti. Ci batteremo per evitare l’opportunismo avuto fino ad ora a Roma in relazione ai Comuni che saranno i primi soggetti coinvolti. Si è parlato di aprire altri locali per fare le lezioni, mettetevi nei panni di un sindaco che decide di portare i sui studenti in un nuovo edificio, ci sono delle garanzie da dover dare e dei permessi e delle assicurazioni. Allora come si fa in un mese ad organizzare le scuola? Abbiamo sentito un sacco di sciocchezze in questo periodo, tipo portiamo i seggi elettorali fuori dalle scuole, altra cosa irrealizzabile nel solo mese di agosto.

Oggi il problema c’è e dobbiamo fare di tutto per affrontarlo al meglio. Abbiamo un solo interesse, garantire che l’anno scolastico parta in sicurezza. Mettiamo i primi 156 milioni di euro per un bando per 60/70 Comuni per i lavori per mettere in sicurezza le strutture scolastiche. Faremo solo i lavori di urgenza e dico ai sindaci andiamo avanti senza esitazioni anche prendendo gli avvisi di garanzia che arriveranno. Dobbiamo arrivare alla fine di agosto con i lavori fatti.

Arcuri fornirà, sperando che arrivi, i test sierologici a tutta Italia, che si faranno nell’ultima di agosto e la prima si settembre per il personale scolastico. Poi se dovessero risultare positivi dovremmo fare i tamponi per avere conferme. Si sta ragionando su un’intesa a livello nazionale per i sierologici che saranno su base volontaria, se c’è personale che può farlo presso il medico di famiglia è chiaro che così si snellisce tutto il lavoro. Verso il 5-6 settembre avremmo i risultati dei test sierologici, poi avremmo i giorni per fare i tamponi. Dovremmo fare 180 mila test sierologici, se abbiamo un 5% di positivi da controllare, parliamo di 5-6 mila tamponi da fare.

Credo che il primo elemento di sicurezza è quello di completare l’organico delle classi. Noi cercheremo di lavorare per impedire la soppressione di alcune classi, se abbiamo una classe con 12 studenti teniamola perché ci garantisce il distanziamento sociale al meglio. Provvederemo a nuovi quantitativi di mascherine, tutte le palle sul distanziamento di un metro, provate ad immaginare andare a misurare nelle scuole le distanze tra i ragazzi. Possiamo solo dotare di mascherine nelle medie e medie superiori dove credo che si possano tenere. È chiaro che alle elementari bisognerà fare uno sforzo per il distanziamento. Credo che fornire mascherine è l’unica cosa sensata che possiamo fare, è come per la movida, si possono fare gli obblighi, ma chi poi va a controllare le distanze nei locali? Sappiamo che la realtà è quella che è, vediamo cosa è concretamente possibile fare e facciamolo.

Non sappiamo cosa succederà a settembre e ottobre, ma non siamo in una situazione tranquilla in Italia in questo momento con circa 120 focolai. Abbiamo avuto esempi anche noi del fatto che l’apertura delle frontiere porta nuovi casi e a volte nuovi focolai. Spesso non parlano neanche italiano e la ricostruzione dei contatti per risalire ai possibili contagi diventa difficilissima.

Vedo un po’ troppa gente rilassata, il problema non è alle spalle, ma è affianco a noi. Abbiamo fatto un’ordinanza per gli imbarchi per le isole perché c’era l’ira di Dio, ma come si fa a non capire che in quei frangenti è necessario utilizzare la mascherina?”

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