Sul Giornale. Gasperini è un buon allenatore ma non è da corsa. L’Atalanta si è distinta per l’eleganza del gioco e non per gli strilli di chi la dirige a bordo campo. E chi è Sinisa per chiedere all’arbitro di buttare fuori Gasp?
Sul Giornale, Tony Damascelli commenta la lite in campo tra Sinisa Mihajlovic e Gian Piero Gasperini durante Atalanta-Bologna. Condanna entrambi gli allenatori. Di Gasperini dice che “è un buon allenatore ma non è da corsa“. Il tecnico dell’Atalanta
“scivola troppe volte sulla stessa melma e finisce per macchiare una onorevolissima carriera che lo sta portando tra i migliori”.
Ma la sanzione, secondo Damascelli, avrebbe dovuto riceverla anche Sinisa, per quell’invito finale all’arbitro a buttare fuori il tecnico avversario.
“Ma chi sei per arrivare a questo? D’accordo, la trance agonistica, il calcio è questo, non è una chiesa (sì ma nemmeno una latrina, inutile stringersi la mano e poi sputare sulla stessa) però ci dovrebbe essere un limite, oltre il quale c’è la vergogna e poi il dovere di chiedere scusa, invece di insistere”.
Gasperini, continua,
“è sempre in border line, vive la partita da calciatore, come accade a Conte, a Juric, a Iachini, ogni tanto anche a Gattuso, dimenticando il ruolo dirigenziale, di responsabile tecnico. Come infliggere una multa ai propri giocatori se, per primi, si va fuori giri? Una giornata di squalifica è condanna che fa ridere in periodo di protocollo, mascherine e affini”.
Il tecnico dell’Atalanta dovrebbe prendere esempio da altri colleghi, come Ranieri.
“L’Atalanta si è distinta per l’eleganza del gioco e non per gli strilli di chi la dirige a bordo campo. E Sinisa Mihajlovic cerchi di capire (lo sa per esperienza dura e personale) che la vita ha cose ben più serie e gentili di un «buttalo fuori!»“.
E conclude con un accenno all’arbitro.
“Comunque la figura più meschina l’ha offerta l’arbitro La Penna, il quale ha eseguito l’ordine
dell’allenatore del Bologna”.