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Crosetti: la Juve si prende lo scudetto per sfinimento. Anche Agnelli è apparso scocciato

Su Repubblica scrive che se ci fosse stato il pubblico avrebbe fischiato. La Juve è una squadra stremata e spaurita, presa per mano come una bambina da Cristiano Ronaldo. Per lo spettacolo sarà meglio ripassare

Crosetti: la Juve si prende lo scudetto per sfinimento. Anche Agnelli è apparso scocciato

La Juve si prende lo scudetto per sfinimento. Essere così vincenti e così brutti non è da tutti

Su Repubblica, Maurizio Crosetti commenta la vittoria dello scudetto da parte della Juventus nello Stadium senza pubblico.

La Juve se lo prende per sfinimento, rotolando stanca verso il proprio destino. Ma che fatica. Essere così vincenti e così brutti non è da tutti: nemmeno una bandiera juventina in piazza San Carlo, deserta”.

Un trionfo monco, lo definisce.

“Ma siccome anche il modo conta, quest’ultimo trionfo è monco come il tempo che lo contiene, come il calcio spezzato nei mesi del virus e ricomposto con vinavil e nastro adesivo, imballato e spedito verso un futuro improbabile. Vince la Juve, come sempre, ma in modo diverso da sempre“.

Se ci fosse stato il pubblico, avrebbe sì cantato per la vittoria, ma, prima, avrebbe fischiato.

Se ci fosse la gente, adesso canterebbe ma prima avrebbe fischiato la sua Juve che non c’è quasi più. Una squadra stremata e spaurita, presa per mano come una bambina da Cristiano Ronaldo: mai come nella stagione del teorico trionfo del gioco, la Juve è stata più dipendente da un solo, seppure un gigante. È il portoghese la soluzione di ogni enigma. Ma i tifosi volevano altro, vogliono di più. Incontentabili, forse. Delusi, certamente. Sarri va subito negli spogliatoi invece di festeggiare con la squadra: il primo pensiero è stato per l’amica sigaretta. Servono una cinquantina di minuti per prendere coraggio e stringersi attorno al tiro di Ronaldo, l’uomo bello come Ken di Barbie, così l’ha definito il Papu Gomez chiedendogli una foto con suo figlio”.

Crosetti si sofferma sul viso di Agnelli, inquadrato dalle telecamere delle televisioni al raddoppio di Bernardeschi.

“Solo in quel momento comincia una specie di discesa che tuttavia non strappa il sorriso al presidente Agnelli nemmeno quando Bernardeschi raddoppia: l’inquadratura tv mostra un viso abbastanza scocciato. Come primo tifoso sarà perplesso pure lui, anche perché tra poco arriva la Champions e non sarebbe male se arrivasse anche la Juve“.

Gli abbracci tra i bianconeri,

“brevi ma intensi, parevano una liberazione dopo mesi assurdi, con gli avversari lentamente esclusi da sé stessi, uno a uno, una gara a eliminazione nella quale la Juventus è rimasta in piedi solo un minuto di più“.

Ma per lo spettacolo bisogna attendere, conclude.

Per lo spettacolo, antica chimera (credeteci, ha ragione Allegri) sarà meglio ripassare. Forse tra un anno e con una squadra più sua, Sarri finalmente lo raggiungerà, sempre che sia ancora lui l’allenatore. Non ne erano sicuri nemmeno i pochi tifosi scesi in strada all’ora in cui di solito si rincasa dopo un bicchiere di troppo, il bicchiere mezzo pieno o più probabilmente mezzo vuoto per brindare allo scudetto di mezzanotte”.

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