Sconcerti: la reazione dei calciatori al caso Floyd è un atto d’indipendenza
Sul Corsera illustra il cambiamento avvenuto: "È il tempo di una nuova coscienza per i calciatori. Presto toccherà a loro dirigere l’intero movimento"

Il caso di George Floyd, sebbene non riguardi direttamente il mondo del calcio, ha avuto grandi ripercussioni negli ultimi giorni. Tanti i gesti di solidarietà aperta da parte dei calciatori che si sono schierati contro il razzismo in ogni sua forma
Una medesima opinione è quella illustrata oggi da Mario Sconcerti sulle colonne del Corriere della Sera dove scrive
La reazione del calcio alla storia di George Floyd diventa ora un atto d’indipendenza dei giocatori. Stanno capendo che per un secolo sono stati un po’ neri anche loro. Senza il diritto a un’opinione, a una lotta, a un rifiuto. Solo con il dovere facile di essere ricchi
Una vera e propria rivoluzione per i calciatori che fino a qualche decennio fa erano considerati e vivevano solo da ricchi senza opinioni politiche e lontani dalla vita degli altri. Un cambiamento avvenuto piano nel tempo, grazie anche al rapporto più diretto che i social hanno creato tra il pubblico e i calciatori, che sta esplodendo ora dopo il lungi lockdown
È il tempo di una nuova coscienza per i calciatori. Lo si è visto per come siamo usciti dal virus. Hanno deciso quasi tutto loro: se andare in ritiro, come andarci, a che orario giocare, se e quanto tagliarsi gli stipendi. È un processo di avvicinamento che cominciò con Bosman, è proseguito con il caso Icardi, si è compiuto forse con Minneapolis. Presto toccherà a loro dirigere l’intero movimento.