La Nacion racconta Italia 90: il ct argentino era uno scaramantico patologico, e fece coprire le strisce dell’Adidas coi cerotti, perché portavano male
Carlos Bilardo arrivò ad Italia 90 come ct campione del Mondo. E aveva i suoi metodi. Il selezionatore dell’Argentina era meticoloso. Non lascia niente al caso, ma proprio niente. La Nacion racconta che per studiare lo sconosciuto Camerun (avversario all’esordio al Meazza) se ne andò personalmente a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana dove il Camerun avrebbe giocato la semifinale della Coppa UDE contro il Ciad.
“Ero disperato, perché non mi capivano. La lingua era un incubo”. All’epoca non c’erano cellulari o video digitali. E Bilardo era ossessionato dall’analisi video degli avversari. La sua videoteca domestica era scioccante, racconta il giornale argentino. Il giorno della partita Bilardo va casa per casa, a casaccio per Bangui a chiedere se ci fosse qualcuno che avesse un videoregistratore, e che gli potesse registrare la partita su VHS. In qualche modo, non riusciva a spiegare come, si faceva capire: loro parlavano sango, il dialetto locale, e francese. Lui spagnolo. Ma ci riuscì. Registrò semifinale e finale del torneo e studiò il Camerun. Inutilmente, visto come andò a finire l’esordio al Mondiale italiano.
Bilardo era un vero personaggio, uno capace di andare nello spogliatoio nell’intervallo dell’ottavo di finale contro il Brasile (in cui l’Argentina non toccò palla per tutto il primo tempo), e restare in silenzio per 14 minuti. Per poi, un attimo prima di rientrare in campo, dire semplicemente: “Vabbé, torniamo in campo. Oh, una cosa: se continuano a passare a quelli gialli, la perdiamo”.
Ma la Nacion racconta anche un altro episodio molto curioso del “capitolo Bilardo” in Italia. La sua scaramanzia quasi patologica. L’Argentina aveva perso contro il Camerun e l’allenatore rintracciò il motivo al di fuori della lavagna tattica. Il problema erano i pantaloncini. In Messico, nel 1986, la divisa della squadra era Le Coq Sportif. A Italia 90 era l’Adidas. I pantaloni neri del marchio francese erano lisci, senza strisce. Per Bilardo, la soluzione era facile: togliere le strisce dai pantaloncini dell’Adidas, portavano male. “Coprite le strisce con i cerotti, giochiamo con pantaloncini neri e semplici”, chiese ai magazzinieri. Tutti erano perplessi. L’Adidas era furibonda. Maradona andò in campo con i pantaloncini “pezzotti”. Allora un magazziniere trovò la soluzione: i pantaloncini bianchi, che non erano un problema per Bilardo.