L’ex giocatore della Lazio si è battuto per dare una sistemazione a 200 braccianti senegalesi sottopagati, rifiutati da diverse strutture
Keita Balde è tornato sul suo gesto con cui ha aiutato 200 braccianti senegalesi che lavorano in Spagna a trovare una sistemazione per la notte, in un’intervista a El Mundo. L’attaccante ex Lazio ha spiegato che inizialmente sarebbe voluto rimanere un benefattore anonimo.
Vivevano in condizioni disumane. Dormivano per strada, in scatole di cartone; lavoravano 13 ore al giorno e venivano pagati 25 euro, che erano sufficienti per il cibo, ma non per trovare un posto per dormire. Sono persone che vengono a lavorare, si guadagnano il pane. E in Spagna abbiamo bisogno che le persone raccolgano i frutti dai campi. Ne abbiamo bisogno. Ma se non trattiamo bene le persone… Alcuni hotel sono stati chiusi a causa del coronavirus, ma altri hanno rifiutato di accoglierli. Volevo che il mio aiuto fosse anonimo, ma date le difficoltà che abbiamo avuto, ho dovuto metterci la faccia.