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Tommasi: «I calciatori hanno paura per le loro famiglie e per la lunga inattività»

Intervista a Fanpage: «Un positivo va trattato nello stesso modo, sia che giochi a calcio sia che faccia altro. Il calcio è un’attività a rischio»

Tommasi: «I calciatori hanno paura per le loro famiglie e per la lunga inattività»

Damiano Tommasi, numero uno dell’assocalciatori, ha rilasciato un’intervista a Fanpage. Ha chiesto che i calciatori vengano trattati come tutti gli altri.

«È l’uniformità dei comportamenti che garantisce la sicurezza. La gestione della positività di un calciatore non può essere diversa da quella di altri settori del paese. Aspettiamo i protocolli che dov ranno essere approvati da chi stabilirà il ritorno al calcio giocato. I protocolli stabiliranno come comportarsi».

«Sappiamo che non tutte le squadre hanno già fatto i test, per problemi logistici. Al di là dei nuovi casi di positività, è la prolungata positività di alcuni calciatori, andati oltre le tre settimane, ad aumentare il livello di preoccupazione»

«I calciatori sono persone come altre. Hanno legittimi timori, specialmente nei riguardi dei familiari. Ci confrontiamo costantemente con gli altri sindacati dei calciatori. I governi non autorizzano il calcio perché è un’attività a rischio. Le valutazioni nel caso del calcio sono più ampie per il grande indotto e l’elevato numero di lavoratori e famiglie che coinvolge. C’è da capire quanto questi rischi siano calcolabili».

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