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Tebas: “Anche se ripartiamo, la Liga perde 700 milioni. Ma quanta demagogia…”

Il Presidente della Liga: “Ma ora sarà importante capire chi sono i nostri alleati, siamo un’industria che produce l’1,37% del PIL e ci accusano di essere senza cuore”

“Sto raccogliendo materiale per un romanzo, quanta demagogia ho ascoltato in questo periodo…”. Javier Tebas ha un carico di sassolini nelle scarpe. La Liga sta per tornare in campo e anche in Spagna il discorso verte sull’industria calcio. I soldi, il motore di tutto. Ma il dibattito sulla ripartenza rispetto a Inghilterra e Italia è stato azzerato dal decisionismo del Presidente della lega. Un esempio: le partite saranno trasmesse gratuitamente nelle case di riposo per anziani. “Con Mediapro che ha i diritti ci sono voluti 15 secondi per decidere – dice Tebas – Gli anziani hanno sofferto molto e continuano a soffrire”.

“È importante che la sventura della pandemia non generi successivamente una sventura economica – dice Tebas in una conferenza online con Marca –  C’è molta demagogia: non mi ricordo di tutte le volte in cui ho dovuto sentire che noi del calcio non abbiamo un cuore e cose del genere… L’industria è molto importante, generiamo l’1,37% del PIL, oltre 185.000 posti di lavoro diretti… Ieri abbiamo avuto una protesta di fotografi sotto gli uffici della Liga che volevano poter entrare negli stadi per lavorare. Colleghiamo molti settori, molte persone. Stiamo lavorando affinché possano lavorare in sicurezza. Su tutto quello che ho dovuto leggere scriverò un romanzo. Mi sto segnando chi crede nello sport e chi no. Sarà importante vedere chi sono i nostri alleati“.

La Liga, dice Tebas, perderà comunque centinaia di milioni di euro per questo stop di tre mesi:

“Il nostro ritorno non significa che non avremo perdite milionarie. I nostri club perderanno almeno 700 milioni di euro, che dovranno essere recuperati. Inizieremo, a Dio piacendo, l’11 giugno. Speriamo che Madrid e Barcellona passino alla Fase 2. Ci sono più di 130 persone nella Liga che lavorano in modo che tutto possa essere fatto, in un modo nuovo. Viaggi, organizzazione, tutto. Siamo pronti e il momento più importante sarà il giorno in cui termineremo la competizione. Il prossimo campionato inizierà il 12 settembre. Nel 2021 torneremo alla normalità“.

“La Legue 1 francese ha preso una decisione affrettata. Per noi una cosa del genere sarebbe stata una catastrofe. Dobbiamo continuare il percorso di lavoro che abbiamo iniziato, e che ci ha posto un po’ sopra la Bundesliga e al livello della Premier”.

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