I club accelerano per la ripartenza. Temono che il continuo rinvio della decisione sia un modo per fermare tutto e non vogliono trattare gli stipendi prima dell’ok definitivo alla ripresa
Lunedì la Serie A riprenderà gli allenamenti di gruppo, ma i club vogliono tornare a giocare il campionato. Ieri l’Assemblea ha votato a maggioranza la data del 13 giugno per la ripresa, con cinque club, tra cui il Napoli, che avrebbero voluto riprendere il 20. Ora spetterà al Premier Conte decidere. Scrive il Messaggero:
“In assenza di una mossa concreta di Palazzo Chigi, il ministro Spadafora continua a rinviare la palla a centrocampo (l’ha fatto anche ieri), i presidenti hanno preso in mano la situazione. Ora l’ultima parola spetta al premier Conte. Entro il 20 maggio (giorno in cui verrà convocato il Consiglio Federale) il numero uno della Figc, Gravina vedrà il presidente del Consiglio. Qui si capirà se la volontà di riprendere è un bluff oppure no”.
I presidenti dei club temono che questo continuo posticipare “non sia altro che un modo per strangolare ogni ambizione”. E poi c’è il nodo degli stipendi.
“Allenamenti di gruppo e campionato non sono direttamente consequenziali. Ma convocare i calciatori ufficialmente fa ripartire il meccanismo stipendiale. Sarebbe una doppia beffa pagare e non giocare”.