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L’autobiografia di Bianchi: «Lo scudetto dell’88 lo perdemmo perché i giocatori pensavano ai rinnovi»

«Credevano di aver già vinto. Dissi a Ferlaino di aspettare lo scudetto, altrimenti sarebbe stato pericoloso. Invece ufficializzò il rinnovo di Maradona e fu la fine»

L’autobiografia di Bianchi: «Lo scudetto dell’88 lo perdemmo perché i giocatori pensavano ai rinnovi»

È in uscita l’autobiografia che Ottavio Bianchi ha scritto con la figlia Camilla giornalista a L’Eco di Bergamo. «Sopra il vulcano: il campo, lo scudetto, la vita» (Baldini+Castoldi, pagg. 160, euro 16). Repubblica propone la prefazione di Gianni Mura. Il Mattino ne pubblica ampi stralci. Ne scegliamo due: uno relativo alla scudetto del 1988 perso contro il Milan e l’altro ovviamente a Maradona.

Noi partiamo dal 1988 che resta la ferita più dolorosa della storia del Calcio Napoli. Ecco cosa scrive Bianchi nel suo libro.

«Quando la strada sembrava spianata e il risultato acquisito, è iniziata la corsa al rinnovo del contratto». L’ex allenatore («Ho lasciato questo mondo prima dei sessant’anni perché non era più il mio») aveva avvisato Ferlaino:«Appena vinto lo scudetto fate quello che volete, ma non prima: sarebbe estremamente pericoloso». Ma poi – spiega oggi alla figlia cronista – qualche giorno dopo vide il presidente annunciare in tv il rinnovo di Maradona e a quel punto lo spogliatoio implose, con altri calciatori che pretesero i prolungamenti anche dei loro contratti, mentre il capitano scivolava verso l’abisso».

 

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