In Inghilterra i giocatori hanno paura di farsi male. E la Premier slitta al 19 giugno
"Tre settimane di preparazione sono poche", dicono. Il governo non ha ancora stilato le linee guida per le sedute di gruppo. Il 12 giugno è troppo presto.

Non più il 12 giugno, meglio il 19. La Premier League prende tempo, e valuta la possibilità di un ritardo di una settimana rispetto alla data ipotizzata per il riavvio del campionato. E’ la linea De Laurentiis, che in Italia non passa, ma in Inghilterra i giocatori hanno tutt’altro peso. E i giocatori del campionato di calcio più ricco del mondo hanno paura di farsi male: la preparazione deve essere di almeno 4 settimane, dicono, non di tre. E in ogni caso c’è da risolvere prima la grana protocolli, che in Gran Bretagna s’è ingarbugliata come non mai.
La riunione di due ore tra lega, capitani e allenatori ha acceso la luce su tutti i dubbi che covano sotto le dichiarazioni ufficiali. I giocatori hanno espresso preoccupazione per la sicurezza, alcuni sono preoccupati sul “consenso” al rispetto del protocollo che gli viene richiesto perché potrebbe lasciarli legalmente esposti se contraessero la Covid-19.
Nel gruppo dei manager il focus è la preparazione, con i protocolli che rendono tutto più complicato. Le disposizioni ad oggi – pur stringenti al limite del parossistico – non affrontano un modo sicuro l’allenamento di contatto, quando ai giocatori sarà permesso di allenarsi in gruppo. Per quella fase, anzi, un protocollo vero e proprio ancora non esiste. Il governo, che ieri ha distribuito le linee guida per l’allenamento in “fase 1”, e per il quale gli atleti sono chiamati a dare il proprio consenso questa settimana. I protocolli saranno quindi presentati ai club per l’approvazione finale in un’assemblea lunedì prossimo. Quell’incontro – scrive il Guardian – cade nel giorno in cui in teoria doveva partire la preparazione di gruppo, con la prima tranche di tamponi ai giocatori. Ma anche solo l’attesa dei risultati dei test potrebbe richiedere due giorni, il che rimanderebbe l’allenamento alla fine della settimana. Insomma, ecco che la data per la ripartenza passa per logica dal 12 al 19 giugno.
E poi c’è la questione ancora irrisolta, e su cui anche giocatori e allenatori chiedono lumi: che si fa in caso di un giocatore positivo a campionato riavviato? La lega pare avere una posizione univoca: l’intera squadra dovrebbe andare in quarantena. Come accettato ieri, in Italia, dalla Figc.
A questo punto, la questione del campo neutro, sui cui i club di Premier sono spaccati, è diventata un accessorio ulteriore. Il protocollo potrebbe ritardare il “Restart Project”.