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Il “ritocco dei dati” della Lombardia potrebbe avere ripercussioni sul calcio

Calciomercato.com riporta i risultati di uno studio condotto a Bologna secondo cui la Lombardia avrebbe “aggiustato” i dati relativi alla pandemia in atto pur di arrivare in tempo alla ”riapertura”

Il “ritocco dei dati” della Lombardia potrebbe avere ripercussioni sul calcio

Marco Bernardini sulle pagine di Calciomercato.com riporta un’ipotesi che sta prendendo forma in alcuni ambienti negli ultimi giorni, relativa ai dati della Lombardia e ad un eventuale ritocco verso il basso che potrebbe avere ripercussioni anche in relazione alla possibile ripartenza del campionato di calcio

Non è una notizia, per il momento, ma neppure una fake news. Soltanto una supposizione, sostenuta nero su bianco, da un’analisi eseguita dalla fondazione Gimbi di Bologna, la quale se trovasse riscontro ufficiale potrebbe scatenare un legittimo putiferio a livello sanitario, sociale e anche politico. Gli esperti che stanno verificando l’andamento della linea di contagio del coronavirus dopo l’avvio della Fase 2 scrivono e dicono (su Radio 24, per esempio) che la Lombardia avrebbe “aggiustato” i dati relativi alla pandemia in atto pur di arrivare in tempo alla ”riapertura” prevista tra regioni. Gli analisti dell’istituto emiliano affermano che i numeri reali in rapporto tra tamponi eseguiti e persone trovate positive impediscono alla regione lombarda di essere presa in considerazione per l’eventuale nulla osta agli abitanti valido per muoversi dal proprio territorio. La medesima cosa avverrebbe, stando a quanto viene riferito dagli esperti, per il Piemonte e per la Liguria anche loro “fotografate” come zone rosse dalle quali sarebbe rischioso entrare o uscire. Dal Pirellone si sono affrettati a smentire l’analisi fatta e soprattutto è stato manifestato sdegno per l’accusa di aver volutamente ”taroccato” le tabelle informative sul corso dell’attività virologica in atto

Secondo Bernardini la reazione sarebbe scontata, ma i dubbi restano, soprattutto per una comunicazione che, negli ultimi tempi, è diventata poco chiara e trasparente da parte della Regione Lombardia

In buona sostanza venivano forniti dati i quali, dopo poche ore, trovavano una modifica senza plausibili motivazioni. Una linea di condotta perlomeno curiosa, se si vuole essere buoni, addirittura scellerata se si preferisce essere realisti.

Il giornalista sottolinea che non c’è alcuna intenzione di puntare il dito contro regioni che sfortunatamente sono state più colpite dall’emergenza sanitaria del coronavirus, ma resta chiaro il fatto che questo influenzerebbe anche il mondo del calcio e un’eventuale ripartenza

Tre regioni chiuse vorrebbero significare un campionato senza Inter, Milan, Atalanta, Brescia, Juventus. Torino, Sampdoria e Genoa. Ammesso e non concesso che almeno i dati sanitari resi noti dalle rispettive società sui loro dipendenti, calciatori e non, siano reali. Per denaro e per interesse si può fare “quasi tutto”, ma guai a oltrepassare una linea di confine per intraprendere una via senza ritorno

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