Disputare la fase finale del campionato, quella che determina la classifica, una partita dietro l’altra, favorirà i club più attrezzati
La Gazzetta dello Sport, con l’editoriale di Stefano Baringelli prova a spiegare l’insensatezza della soluzione playoff e playout per concludere il campionato si Serie A. Molti sono i presidenti del club che in questi giorni si sono infatti schierati contro la formula scelta in caso di nuovo stop per motivi sanitari
Riprendere il campionato e giocarselo in un’apnea agonistica lunga sette settimane è già di per sé una forzatura. Perché accentua la differenza tecnica tra le squadre che hanno una panchina di qualità più lunga e quelle che non ce l’hanno. Molti club, tutti quelli per esempio che non avevano competizioni europee da affrontare, hanno infatti costruito le loro squadre la scorsa estate pensando di non dover giocare ogni tre giorni, se non per brevissimi periodi Ora invece dovranno disputare la fase finale del campionato, quella che determina la classifica, una partita dietro l’altra. Con la probabilità di maggiori infortuni che ovviamente incidono in maniera diversa a seconda della squadra. È chiaro che non si può fare altrimenti, visto il poco tempo a disposizione e i tanti turni ancora da disputare. Ma non si può andare oltre.