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Deschamps: “Il calcio riprende solo per motivi economici. Porte chiuse? E’ incoerente”

Il ct della Nazionale francese a Le Parisien: “Spagna e Inghilterra pianificano la ripresa di Liga e Premier League ma hanno fermato i campionati femminili, che generano molto meno entrate. Questo la dice lunga”

Il ct della Francia, Didier Deschamps, ha rilasciato un’intervista a Le Parisien. Meglio fermarsi del tutto che giocare a porte chiuse. Questa la sua posizione sulla ripresa o meno del calcio.

“Le partite a porte chiuse le abbiamo già conosciute, per decisione disciplinare, quindi con un carattere punitivo. Una partita di calcio normale si svolge senza restrizioni e consente uno scambio fra i giocatori e il pubblico“.

Deschamps parla della Bundesliga.

“Ho guardato la Bundesliga da quando sono riprese le partite in Germania. Certo, assomiglia al calcio. Non parlo del ritmo o dell’intensità delle partite. Ma certe immagini mi sembrano molto incoerenti. Vedo giocatori che giocano un incontro con tutti gli elementi propri del calcio: in particolare contatti e scontri. E, poi, vedo in tribuna giocatori di riserva con le mascherine a 2 metri di distanza uno dall’altro. Sinceramente, non capisco. Sono nello stesso impianto, possono entrare in campo da un momento all’altro. In tribuna il rischio sarebbe maggiore? Che incoerenza! Non mi piace“.

La decisione di riprendere a giocare, dichiara, è dovuta solo a motivi economici.

Nel calcio, la ripresa di alcuni campionati ovviamente risponde innanzitutto a un problema economico. Guarda le decisioni prese in Spagna e in Inghilterra. Questi due grandi paesi del calcio stanno pianificando la ripresa della Liga e della Premier League, ma hanno deciso di non riprendere i campionati femminili, che generano molto meno entrate. Questo dice tutto!”.

Sulla decisione del governo francese di fermare la Ligue 1.

“E’ una decisione coerente e saggia. Bisogna accettarla. Il calcio francese è in crisi, ma non voglio ergermi a professore e parlare di qualcosa che non mi compete. Quel che è certo è che il modello economico del calcio francese, a parte una o due squadre, si basa sulla formazione dei giocatori e sulla loro vendita a squadre straniere. Questo modello consente ai nostri club di vivere o sopravvivere. La nostra Ligue 1 è un ottimo terreno fertile per tutte le grandi squadre europee che vogliono rinforzarsi”.

E si dice anche preoccupato per le prossime partite della Nazionale.

“L’ultimo raduno è stato nel novembre del 2019, ora li ritroverò probabilmente a settembre 2020, praticamente dopo quasi un anno. Sicuramente le scelte che avrei fatto per la competizione di quest’anno sarebbero state diverse da quelle che farò tra un anno. Esiste uno zoccolo duro, ma tutto ciò che gli ruota attorno potrà mutare. L’unica cosa che mi preoccupa seriamente è che arriveremo all’Europeo dopo aver giocato per 12 mesi di fila senza aver effettuato una preparazione atletica completa. Molti giocheranno ogni tre giorni, questo comporterà qualche infortunio“.

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