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Crisanti: «Fase 2? Siamo nel caos più totale. Le regioni non sono tutte uguali»

Il virologo al Messaggero: «Non si può paragonare la Lombardia alla Calabria. Il Governo non ha pesato i rischi territoriali e non li ha condivisi. La strategia è “vediamo quello che succede”»

Crisanti: «Fase 2? Siamo nel caos più totale. Le regioni non sono tutte uguali»

«È stato sbagliato tutto dall’inizio, perché le Regioni non erano tutte uguali e non sono tutte uguali ancora adesso. Stiamo nel caos più totale».

È il parere del virologo Andrea Crisanti intervistato dal Messaggero. Direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università-azienda ospedale di Padova e consigliere del governatore del Veneto, Luca Zaia, non è d’accordo sulla ripartenza dell’Italia pensata su base nazionale e non regionale.

«Quello che davvero manca è stata un’analisi e una condivisione del rischio dell’epidemia regione per regione. Non so se il Governo lo ha calcolato, a noi non ha detto niente nessuno. Ma faccio fatica a crederlo, perché se i provvedimenti vengono fatti tutti uguali è chiaro che questo crea confusione. Se la Lombardia è paragonata alla Calabria, o alla Sardegna o anche al Veneto, è indubbio che non c’è stata un’analisi territoriale».

Le regioni hanno una situazione completamente diversa l’una dall’altra, sia per diffusione del virus che per capacità di controllo dell’epidemia, dichiara. Si arriva alla Fase 2 in modo caotico.

«Da scienziato dico che un’analisi tecnica non è stata condivisa, e tutta questa confusione deriva proprio dal fatto che non sono stati pesati i rischi situazione per situazione, e poi non sono stati condivisi. Arriviamo a questa fase due in maniera disorganizzata, con un approccio fatto a tentoni».

Sull’approccio del governo continua:

«La strategia è basata sul ‘vediamo quello che succede, se l’epidemia riprende richiudiamo’. Questo è l’approccio scelto, poi il tutto è complicato dalla regionalizzazione della sanità».

Sulla possibilità di avere un vaccino già a dicembre se la sperimentazione di quello di Oxford dovesse funzionare:

«Ma un vaccino si chiama tale quando comincia a proteggere. In questo momento l’unica cosa che hanno messo a punto sono proteine virali che stanno iniettando a delle persone. Probabilmente entro dicembre avranno un preparato che induce anticorpi, ma non sappiamo se saranno protettivi o meno. Si tratta solo di un esperimento, non è vaccino».

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