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Il Mattino: Per la fase 2 obbligo di mascherina solo nei luoghi chiusi

Con il prossimo Dpcm si potranno frequentare «con le dovute precauzioni» amici e familiari e per uscire di casa non sarà  più necessaria l’autocertificazione

Il Mattino: Per la fase 2 obbligo di mascherina solo nei luoghi chiusi
C’è stata ieri una lunga riunione tra il Premier Conte, Roberto Speranza, Dario Franceschini, Alfonso Bonafede, Teresa Bellanova e al commissario straordinario Domenico Arcuri per cercare di disegnare la cosiddetta fase 2. Nulla di certo ancora, dal momento che i numeri dei contagi non garantiscono nessuna certezza.

Il Mattino mette in evidenza alcuni punti del nuovo Dpcm che dovrebbe arrivare nelle prossime ore per la ripartenza del 4 maggio.

Primo: dal 4 maggio, giorno del primo allentamento del lockdown «che non sarà  un liberi tutti», non diventerà obbligatorio indossare la mascherina. Perché in giro se ne trovano ancora poche e perché anziani e persone con problemi respiratori faticano a indossarle. Diventerà  obbligatorio però quando si entra in un negozio, in un bar, in un ristorante, sul bus.

Secondo: dal prossimo fine settimana si potranno frequentare «con le dovute precauzioni» amici e familiari e per uscire di casa non sarà  più necessaria l’autocertificazione. Lo sarà  solo nel caso di dover andare, «per comprovati motivi di salute o di lavoro», in un’altra Regione.

Terzo: la cadenza delle riaperture dovrebbe essere bisettimanale, in modo da valutare gli effetti dell’allentamento del 4 maggio. Dunque, è probabile che le attività  commerciali riaprano il 18 (non l’11 maggio) e quattordici giorni dopo bar e ristoranti. Avanza l’idea però di far riaprire musei, biblioteche e archivi sempre dal 18 maggio.

Quarto: nel piano nazionale per la ripartenza, il governo fisserà  regole rigide (già  concordate con aziende e parti sociali) per le attività  produttive. Ogni impresa dovrà  avere una sorta di patente di sicurezza: sanificazione degli ambienti, mascherine, distanza di sicurezza, misurazione della temperatura all’ingresso (facoltativa), turni a mensa e negli spazi comuni. E il settore terziario (uffici, etc.) dovrà  quanto più possibile ricorrere allo smart-working.

Quinto: queste misure, per evitare il sovraffollamento, dovranno essere accompagnate da un potenziamento del trasporto pubblico: l’indice di occupazione di bus e metro non dovrà  superare il 50% dei posti disponibili (impresa quasi impossibile nelle grandi città ). E da uno scaglionamento delle aperture dei negozi e degli uffici fino a notte e da turni di lavoro anche nel week-end.

Sesto: il piano si applicherà  su tutto il territorio nazionale. Senza differenze tra Regione e Regione, tenendo conto dell’indice di contagio e in base a tre criteri suggeriti dalla task force: la situazione epidemiologica, l’adeguatezza del sistema sanitario locale, la disponibilità  dei dispositivi di protezione personale.

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