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Il Liverpool socialista mette in cassa integrazione i dipendenti, il City degli emiri no

Polemica per la decisione che non sarebbe piaciuta a Shankly. Polemiche sui media e dei tifosi: «Ce lo aspettavamo da Newcastle e Tottenham, non dai Reds»

Il Liverpool socialista mette in cassa integrazione i dipendenti, il City degli emiri no

È polemica nel Regno Unito per la decisione del Liverpool di “congelare” lo stipendio di duecento dipendenti. Una sorta di cassa integrazione. Potranno percepire un sussidio ma il Liverpool non verserà loro lo stipendio pur senza licenziarli.

Uno dei gruppi di tifosi più rappresentativo – Spirit of Shankly – ha scritto una lettera all’ad dei Reds Peter Moore in cui si dichiarano preoccupato per le conseguenze che questa decisione può avere sull’immagine del club, pur restando una questione tra datore di lavoro e dipendenti”.

Il Guardian dedica al caso Liverpool l’editoriale di apertura di oggi e ricorda la recente intervista di Moore al Paìs in cui l’amministratore delegato aveva detto che il successo del club si basava sul socialismo.

Ecco alcuni stralci di quell’intervista.

Avevamo questa incredibile figura storica: Bill Shankly, un socialista scozzese. Lui era convinto che il calcio significasse lavorare insieme, era un vero socialista. E allora noi del marketing ci siamo posti come obiettivo quello di tradurre in parole questo concetto. Questa idea del Liverpool è più importante di vincere o perdere.
Socialismo non va inteso in senso politico ma solidale. Nella Kop c’è uno striscione che recita “L’unione fa la forza”. Liverpool è una città socialista, di tradizione operaia, qui gli abitanti si sentono di Liverpool non necessariamente inglesi. È quel sentimento che Shankly espresse attraverso la massima “tocca il pallone e corri” ossia passa il pallone e poi corri per essere un riferimento per il tuo compagno. Che non è esattamente il tiqui-taca.

Il Guardian li ha ricordati nell’editoriale di oggi. Editoriale che si conclude ricordando che non c’è nulla di male nel badare esclusivamente ai bilanci ma che un comportamento del genere ce lo si aspetta da Ashley e Levy (Newcastle e Tottenham) non certo dal Liverpool.

Della questione scrive anche il Telegraph. Che scrive che il Manchester City, che non gode di buona reputazione nel calcio con le accuse di doping finanziario, non ha fatto una piega in questa crisi e non ha messo in cassa integrazione i suoi dipendenti. A differenza di Liverpool (appunto) Newcastle e Tottenham

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