Il Guardian firma la storica resa dell’Inghilterra: “Maradona non ci ha derubati in Messico”

Il quotidiano rivede il match di Messico 86, e riabilita il "genio imbroglione" e tutti gli alibi montati in 34 anni di rabbia. «Meritavamo di perdere»

Il quotidiano rivede il match di Messico 86, e riabilita il "genio imbroglione" e tutti gli alibi montati in 34 anni di rabbia. «Meritavamo di perdere»

“L’Inghilterra è stata truffata, in Messico. Ma nessuno è stato derubato. Il destino non è stato modificato”. Ma la storia, ora, sì. Sono passati 34 anni e Argentina-Inghilterra – quell’Argentina-Inghilterra – comincia a prendere una nuova luce anche Oltremanica: la luce della resa. Il Guardian, a firma Barney Ronay, ha rivisto ed esaminato fotogramma per fotogramma la partita che consegnò Maradona all’Olimpo del calcio e la nazionale britannica ad un lutto politico-sportivo. E firma l’onore delle armi.

Messico 86, la mano de dios, il gol più bello della storia del pallone, l’ombra delle Falklands. Per anni e anni il racconto che gli inglesi si sono auto-tramandati, ha avuto una trama solida, quasi inscalfibile: truffati da un genio impostore, da un arbitro scarso, derubati del loro “diritto” di vincere il Mondiale. Barney Ronay rimette mano alle videocassette e rilegge il match. E pubblica sul Guardian tutta un’altra cronaca.

Azione per azione, vien fuori l’Inghilterra impossibilitata a vincere per propri demeriti: “sembrano fritti nel caldo di mezzogiorno, i giocatori si muovono a malapena”. “Solo Peter Reid si muove davvero”, in marcatura su Maradona: “per 15 minuti è il miglior giocatore in campo”.

Ma l’Inghilterra non gioca.Sono trascorsi trenta minuti e non abbiamo ancora fatto un tiro. Calciano la palla come se la odiassero”. Il punto è che non si tratta di una semplice partita storta. No. “Avevano un piano. Avevano un piano sbagliato”. Basato sull’ideologia di Reep e Hughes che affermava che i passaggi lunghi in avanti erano la sola strada per vincere”. Erano tempi in cui “Hoddle cercava di sfidare l’ortodossia e l’Inghilterra era condannata a combattere contro i limiti della propria visione”.

Per cui il gol dell’1-0, il pugnetto di Maradona che si fa testa, l’arbitro che non vede, richiama un po’ di domande critiche, e non le solite lamentele. “L’Inghilterra è sconvolta. L’Argentina fino a quel momento però è stata la squadra migliore in campo”, e non c’è dubbio che l’imbroglio del primo gol “abbia qualcosa a che fare con la bellezza del secondo. All’improvviso c’è spazio, l’aria si rilassa. E ci vuole un genio per farlo, quel gol”.

Maradona, dunque. “Riflettiamo su Maradona per un momento. Sta già giocando un diverso tipo di calcio rispetto a chiunque altro in questo Mondiale”. “Dopo 55 minuti prende la palla nella propria metà campo, a destra del cerchio centrale. Undici secondi dopo la palla è nella rete inglese”. “Il numero 10 dell’Argentina ha superato sette avversari e si è lanciato dritto nel mezzo di tutto quel muscolame inglese. Gioca con una specie di luce tutta intorno a lui”.

La rivisitazione del match è un ribaltamento delle colpe e dei meriti. Quando sul 2-1, all’ennesimo cross che sta per piovere nell’area argentina, Pumpido viene superato dalla traiettoria e Gary Lineker si appresta a spingere di testa il pallone in rete, spunta alle sue spalle Olarticoechea e tocca il pallone quel tanto che basta per deviarlo, la storia prende due letture. Una è durata per oltre 30 anni, l’altra la scrive il Guardian nel 2020: “Ciò che ha negato il gol e il pareggio all’Inghilterra in quel momento non è sfortuna, è genialità”.

“Riguardare la partita ha chiarito alcune cose – scrive Ronay -. È ovvio il motivo per cui l’Inghilterra non ha vinto la Coppa del Mondo. Non erano abbastanza bravi. O meglio, sono stati bravi per 10 minuti e così così per altri 80. L’Argentina potrebbe aver avuto un genio (imbroglione) al culmine dei suoi poteri. Ma assomigliava molto più a una squadra di calcio moderna”, rispetto all’Inghilterra.

Se non è una bandiera bianca, questa.

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