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Pregliasco: «Possibile che in estate dovremo girare con la mascherina. Baci e abbracci? Non da subito»

Sul Corriere Trentino l’intervista al virologo: «La normalità non sarà quella che conoscevamo. Bisogna attendere la seconda ondata di contagi. Il rientro sarà graduale. Bar e discoteche apriranno per ultimi»

Pregliasco: «Possibile che in estate dovremo girare con la mascherina. Baci e abbracci? Non da subito»

Sul Corriere Trentino l’intervista a Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano. Commenta l’analisi dei dati. Per ora non c’è un’inversione di tendenza dell’epidemia Covid-19, dice, ma una salita lineare.

«Siamo ancora nella fase di salita, ci vogliono almeno altri dieci giorni, deve passare la Pasqua. Fino ad allora le restrizioni devono rimanere. E poi comunque il ripristino sarà graduale: non sarà certo un “tutti al mare”. Di certo non sarà una normalità come quella che conoscevamo».

Dovremo abituarci ad una vita diversa. Per un anno o due anche tenere mascherine e gel disinfettanti in casa. Non è da escludere, dice, che in estate dovremo girare con le mascherine.

«È possibile. La vita che dovremo immaginare per un po’ sarà da sorvegliati speciali, anche a Wuhan stanno facendo così. E dicevo delle mascherine e dei gel perché bisogna attendere una seconda ondata dell’infezione. Riducendo con le restrizioni la quota di positivi ci potrebbe essere qualcuno che sfugge e che potrebbe essere coinvolto successivamente. Dovremo essere sempre in allerta per individuare qualunque nuovo caso di Covid-19, per procedere con l’isolamento del singolo e i tamponi su tutti i suoi contatti».

Pregliasco spiega cosa intende quando parla di gradualità.

«La ripartenza dovrà prevedere una gradualità in base alle fasce di età, con maggiori precauzioni per gli anziani e i soggetti più fragili. E lo stesso vale per le attività: bar, ristoranti, discoteche e attività a rischio saranno le ultime a riaprire. Non torneremo subito a abbracciarci e baciarci».

Si potrà essere fuori dal tunnel solo quando arriverà un vaccino.

«Ci vuole un anno come minimo e sarà comunque l’arma finale».

 

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