Marocchino racconta il gavettone alla moglie di Trapattoni

«Quando il Trap entrò, controllò le mani ma avevo avuto il tempo di asciugarle. Boniperti voleva mettermi un tetto alle sigarette nel contratto»

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SportWeek intervista Domenico Marocchino oggi volto televisivo ieri calciatore – ala – di Juventus, Sampdoria e Bologna. Racconta del suo vizio del fumo.

«Nello spogliatoio e pure in pullman: mi mettevo nel sedile lungo in fondo – tanto per gerarchia i senatori stavano davanti, a giocare a carte –mi stendevo e soffiavo il fumo in una bottiglietta di plastica. Boniperti mi voleva mettere nel contratto la clausola “venti sigarette al giorno” e io: “Presidente, e come mi controlla? Io esco di notte quando c’è meno traffico, a Torino di giorno c’è
tropposmog…”.

Per vedere quali squadre oggi accenderebbe la tv?
«In Italia l’Atalanta, in Europa il Liverpool, con i suoi tre giocatori davanti inallenabili dal punto di vista tattico. Vanno sempre
dove sentono che gli altri possono patire e questo conferma la mia teoria: per valutare le caratteristiche di un giocatore bisognerebbe buttarlo in campo al buio, solo con i sensi andrà dove si trova meglio. Guardate Ronaldo, dove va sempre d’istinto?A sinistra, perché da lì sa che può andare sul suo piede preferito».

Il gavettone alla moglie di Trapattoni

«Eravamo a Villar Perosa, erano tutti acchittati, credo ci fosse una cena dall’Avvocato. Come nel calcio non devi guardare solo la palla, se fai un gavettone devi guardare gli spigoli della finestra: calcolai male l’angolo del braccio e le feci la doccia. Quell’acqua poteva arrivare solo dalla mia stanza, per fortuna per salire fin su c’erano molte scale e feci in tempo ad asciugarmi le mani, la prima cosa che mi toccò il Trap quando entrò in camera, trovandomi a letto: facevo finta di dormire…

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