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Capire che cos’è il provincialismo attraverso le 50 sfumature del guardiolismo

Mentre Pep da anni gioca diversamente, da noi il fenomeno è assimilabile a quello dei paninari negli Ottanta. Oggi a vestire le toppe Naj-Oleari è rimasto Agnelli

Capire che cos’è il provincialismo attraverso le 50 sfumature del guardiolismo
Guardiola

Da ragazzi, suscitava molte domande un bar sulla dissestata litoranea che collegava Scalea a Santa Maria del Cedro: l’insegna riportava un ambizioso “La piccola New York”. Doveva infatti esistere un coraggioso percorso mentale e sentimentale che potesse prodursi nella fantasia delle persone e assimilare la Strada Statale 18 alla 5th Avenue di Manhattan. Quale fosse quel percorso è rimasto un enigma senza tempo.

Il provincialismo è la conseguenza della presa di coscienza del fatto che, nonostante il mondo sia un luogo naturalmente ostile all’uomo, la stessa umanità ha compiuto e compie gesta eroiche e opere titaniche che riescono a nobilitare la nostra specie. Ciascuno, dinanzi a queste opere, riconosce la propria inadeguatezza e tenta di uscirne in due modi: lasciandosi ispirare cercando, dove possibile e facendosi carico dei propri limiti strutturali, di emulare chi o cosa si ritiene proprio modello, oppure optando per una imitazione (in scala ridotta)del medesimo modello che consenta di vivere con pochi traumi, nel tempo, la propria mediocrità. Al meglio, nel primo caso viene fuori Sergio Leone; nel secondo c’è Bobby Solo.

Da qualche anno la Serie A ha affidato l’inizio delle proprie gare ad una composizione del pianista italiano Giovanni Allevi. Quest’ultimo, che nel tempo ha umilmente raccontato di “aver sentito la necessità di scrivere e affermare una nuova musica classica contemporanea” – e del quale il violinista Uto Ughi, tra i tanti grandi della musica, ha detto che “le sue composizioni sono musicalmente risibili” e “lui è un nano in confronto a Horowitz, a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno e a Mina. Questo deve essere chiaro” – è insignito, nell’Italia del 2020, del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. L’inno della massima serie, tipicamente subissato di fischi negli stadi – si intitola “O Generosa”. Notevole il testo: “O generosa Magnitudo! O Generosa! / Gloria, I say to you, Hallelujah! / Winner you will be in your heart”.

Mentre in Italia si discute delle cinquanta sfumature del guardiolismo, Pepe Guardiola ormai da anni gioca come meglio gli suggerisce la testa. Il guardiolismo nazionale è simile al fenomeno dei paninari degli anni Ottanta: a quell’epoca, un’Italia che aveva appena conosciuto un periodo di nuove vacche grasse si industriò a investire i propri capitali in un localissimo fenomeno meneghino fatto di giubbotti jeans indossati da giovani e meno giovani, che poterono così sentirsi parte dei Top Gun pur rimanendo a girare per le strade di Varese e Cirella, mentre il mondo se ne andava da tutt’altra parte. Oggi, se fate bene attenzione, a vestire le toppe Naj-Oleari ci è rimasto Agnelli.

Nel minuscolo bel mondo antico del provinciale si tende a trattare con profondo scetticismo qualunque idea non provenga dalla piazza del paese o dalla sua secolare tradizione. Questo a volte porta a conseguenze stravaganti – ad esempio quando sei governatore di una regione, l’OMS ti dice di fare una cosa e tu, oltre a non farla, pensi bene di dire che è colpa dei cinesi che mangiano i topi vivi perché magari è ciò che avrebbe detto anche tuo nonno, scartando a priori l’idea tutt’altro che bislacca che possa capitare di avere nonni fessi in famiglia. Oppure può capitare che tutto il mondo definisca il razzismo in un certo modo e tu sia l’unico a sostenere che quello nelle tue curve è solo folklore che il resto del pianeta è troppo globalizzato per poter afferrare nelle sue sfaccettature locali. O meglio ancora capita che, in Germania, Bayern Monaco e Hoffenheim si passino la palla per dieci minuti per sospendere la gara e protestare contro la violenta maleducazione dei propri sostenitori (definiti da Rummenigge “idioti”) e tu, sempre nella piazza del tuo paese, stai ancora a fare la differenza tra responsabilità oggettiva e soggettiva.

Il globo intero si interroga sul famigerato coronavirus. Noi siamo in coda sulla SS18 e ci chiediamo quando daranno Juventus-Inter.

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