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Cannavaro: “I cinesi sono un grande popolo, da ammirare. Hanno vinto col senso di comunità”

Alla Gazzetta: “Mio padre non rinuncia al tabaccaio per le sigarette e per fare quattro chiacchiere con gli amici. Ho fatto rientrare mio figlio da Londra»

Cannavaro: “I cinesi sono un grande popolo, da ammirare. Hanno vinto col senso di comunità”

La Gazzetta dello Sport, con Maurizio Nicita, intervista Fabio Cannavaro. Racconta i controlli a cui vengono sottoposti quanti tornano in Cina dall’Europa, visto che l’emergenza sanitaria lì è stata praticamente debellata, mentre da noi è in piena evoluzione. Il fatto che in Cina siano riusciti a frenare i contagi è una buona notizia anche per noi.

“Questo deve essere il messaggio positivo per noi italiani e per il resto del mondo. Si può debellare questo male ma serve severità e una grande organizzazione”.

E la dittatura cinese, spiega, c’entra solo fino a un certo punto.

“Quello cinese è un grande popolo che dobbiamo ammirare. Un miliardo e mezzo di persone hanno capito come dovevano comportarsi per salvarsi”.

I cinesi sono riusciti ad affrontare un mostro mai visto prima, e lo hanno fatto grazie al senso di comunità.

“Non era facile affrontare un mostro del genere, perché non c’erano precedenti. È prevalso il senso della comunità, i valori fondamentali della vita. A costo di sacrifici. La lezione è chiara al mondo. Ancora in molti non l’hanno capito. In Italia l’abbiamo recepita meglio di tutti. Siamo sulla strada giusta. Il comportamento della maggioranza è positivo. Anche se ancora qualcuno fa fatica a capire”.

E Cannavaro porta come esempio suo padre.

“Mio papà tende a non comprendere che deve cambiare abitudini per il bene suo e della famiglia. Lui deve comprarsi le sigarette dal tabaccaio per farsi quattro chiacchiere sotto casa con gli amici. Gli ho fatto capire che così rischia il contagio e poi di portarlo a casa a mamma. Non ci si deve proprio muovere dalla propria abitazione, per venirne fuori da questa situazione. Fa bene il governatore della Campania De Luca a essere severo”.

Si dice orgoglioso della risposta del Sud all’emergenza, ma ribadisce che occorre stare attenti ai comportamenti.

“Mio figlio sta studiando a Londra. Ho preferito farlo rientrare a Napoli: mi fido di più del nostro sistema sanitario rispetto a quello inglese. Dobbiamo capire però che servono, serviranno, purtroppo, tanti posti di terapia intensiva. E se con i comportamenti non stiamo attenti, rischiamo un domani di costringere i nostri medici in prima linea a dover scegliere chi salvare. Questo dobbiamo averlo ben chiaro per evitarlo, ragazzi”.

Cannavaro commenta anche l’atteggiamento dell’Europa nella tragedia, che sta lasciando a dir poco a desiderare.

“Spero presto di essere smentito e che l’Unione Europea cominci a cambiare registro, mettendo le persone e la salute al primo posto. Non parliamo poi della Uefa, davvero deludente. Nel comportamento, nella capacità di guardare oltre gli affari. E speriamo che il loro notevole ritardo nel prendere decisioni inevitabili, per evidenza, non comporti ulteriori contagi”.

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