«Sarri? Al Verona era integralista, quasi dogmatico. L’uomo giusto al momento sbagliato»

I giocatori del Verona raccontano a Il Giornale la breve parentesi di Sarri in panchina. Il tecnico fu esonerato, nel 2008, dopo 6 gare

Sarri

during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus. (Hermann)

Verona-Juve non è una partita come le altre, per Maurizio Sarri. Non potrà mai esserlo, scrive Nicolò Schira su Il Giornale. A Verona il tecnico fu esonerato, nel 2008, dopo 6 gare in cui totalizzò 5 sconfitte e un pareggio. Allora Verona gli fu fatale. Sarri non vuole che lo sia anche stavolta.

“Stasera alla guida della Juve vuole prendersi una rivincita verso chi non l’ha capito né saputo aspettare”.

Schira riporta le dichiarazioni degli ex di Sarri al Verona, che raccontano quei mesi di gennaio e febbraio che furono riempiti dalla sua presenza.

C’è Claudio Ferrarese, ad esempio, che della squadra scaligera era centrocampista, che dice:

«L’uomo giusto al momento sbagliato. Noi eravamo reduci dalla retrocessione e scarichi psicologicamente. Sarri era integralista, quasi dogmatico tatticamente. Non si spostava mai dal suo 4-2-3-1, mentre a Napoli ha saputo cambiare adattandosi ai giocatori».

E continua:

«Sarri nel prepararti alla gara è fenomenale, quasi maniacale nell’organizzazione del lavoro sul campo, si vedeva che avrebbe fatto strada. Non mi aspettavo però di ritrovarlo dopo 12 anni alla guida della Juve».

Ferrarese parla anche delle sigarette di Sarri.

«Un pomeriggio avevo appuntamento nel suo ufficio, apro la porta per entrare e non si vedeva nulla. C’era una nebbia incredibile a causa di quanto fumava. Una sigaretta dietro l’altra sia in allenamento sia in partita, era il suo modo per sfogare la tensione».

Il capitano, Giovanni Orfei, invece, racconta:

«Provavamo i meccanismi tattici all’infinito. Sapeva tutto sui giocatori avversari. Già dal martedì ci dava informazioni e notizie, era meglio di un’enciclopedia».

L’esterno offensivo Ilyos Zeytullayev racconta la scaramanzia sarriana.

«Mi ricordo ancora il discorso che fece il primo giorno. Era tutto vestito di nero e ci disse che chi indossava scarpe colorate sarebbe finito in panca. Per giocare fui costretto a verniciare di nero le mie che erano tutte bianche».

In cosa è cambiato Sarri da allora? Zetulayev e Ferrarese non hanno dubbi:

«È migliorato nella gestione psicologica. Ha capito che i giocatori non sono tutti uguali e non può comportarsi con loro allo stesso modo».

 

Correlate