Le 10 cose da ricordare di Sampdoria-Napoli: Il colpo di Quagliarella. I titoli e titoli in arrivo sul gol di un Diego che decide la partita. La carezza di Insigne sul palo
Uno. Minuto 3. Il gol di testa di Milik. Fa un passo e mezzo indietro per colpire senza l’opposizione di Colley. Di fatto impatta all’altezza del dischetto del rigore, come a Napoli abbiamo visto fare in passato a Nino Musella e a Bruno Giordano. Come sia possibile che arrivi un bengala in area di rigore, mentre ai tornelli ci controllano pure i tappi sulle bottiglie d’acqua, rimane un mistero.
Due. Minuto 16. L’inserimento di Elmas senza palla. È già il terzo in un quarto d’ora e frutta il gol del raddoppio. Ingannevole perché annuncia una serata che invece non ci sarà. Annuncia una partita in discesa e invece stava iniziando la salita.
Tre. Il colpo Quagliarella. Non è più bancato da nessun bookmaker al mondo il super gol di Quagliarella contro il Napoli. Non esulta mai ma segna sempre per lasciare a bocca aperta. Stavolta ha scelto di ripetere un gol già fatto undici anni fa. Un destro al volo di mezzo taglio per tenere il pallone basso. Quagliarella ha l’urgenza di mangiarsi il pallone andandogli incontro e la necessità di voltare al più presto le spalle alla scena del delitto. Si gira e se ne va. A testa bassa. Un lampo che squarcia il monologo del Napoli.
Quattro. Lo scavetto di Ramirez. Sotto misura ha la lucidità di non calciare nel mucchio, con due difensori davanti e Meret in piedi. Cerca un cucchiaino delicato che non prende il giro e sbatte sul palo.
Cinque. Per contagio in mezzo a tante perle, Insigne cerca all’inizio del secondo tempo una magia dal limite dell’area, dopo aver parlottato con Quagliarella al rientro in campo dopo l’intervallo. La giocata si risolve in una magia alla Sik Sik, goffa, improbabile, scamuffa, con la palla sparata in cielo.
Sei. Sono così tanti i gesti della serata che la VAR ne cancella uno. La rovesciata di Ramirez che vale il 2-2 viene annullata per un precedente tocco di gomito di Gabbiadini. L’arbitro riavvolge il nastro e riporta l’azione indietro togliendo il gol alla Samp. Una cosa simile accadde in un’Atalanta-Juventus.
Sette. Il quasi gol di Insigne. Un accenno di danza alla sua maniera al limite dell’area e una mezza carezza alla palla per mandarla verso il palo lontano. Frase che va presa alla lettera perché sbatte proprio sul palo lontano.
Otto. L’infortunio a Quagliarella. L’irruenza di Manolas in area di rigore è un segno di determinazione ma anche di stanchezza: la partita tra fioretti sta diventando una battaglia di sciabole. Ne fa le spese Quagliarella e la Samp inizia a perdere la partita senza saperlo.
Nove. Bisognerà spiegare a Demme perché il suo gol scatena tanta rabbia nei cori di Marassi. Non sono una novità. La Genova blucerchiata riserva ormai da molto tempo simili asprezze a Napoli. Titoli e titoli in arrivo sul gol di un Diego che decide la partita.
Dieci. Il colpo da biliardo di Mertens. La degna chiusura di una serata di gesti speciali. Dries raccoglie da 35 metri il pallone che gli capita sul piede dopo un’uscita di testa di Audero e gli dà un mezzo giro tagliato d’interno verso la porta vuota. Mucchio, sorrisi, abbracci. Un gol gioioso. Un gol che riporta il Napoli a contatto con la felicità.