Gravina chiede alla Fifa di introdurre il challenge, ed evidenzia l’intesa con Rizzoli di usare di più il Var. Nel calcio italiano sta cambiando la geografia del potere
La spaccatura tra Gravina e Nicchi è ormai evidente e non è più sanabile. Si era capito da tanti indizi. Alla Figc non piace la trasformazione del settore arbitrale in un feudo di Nicchi che sta lavorando alla sua ennesima rielezione. Gravina ha utilizzato parole comprensive, certo non di rottura, dopo lo sfogo di Commisso nei confronti degli arbitri. Sfogo che era stato liquidato da Nicchi («Sono gli arbitri a essere disgustati»). E oggi la Federcalcio ha diramato una nota ufficiale che è una sonora bocciatura dell’operato di Nicchi.
Il comunicato ricorda il ruolo dell’Italia nell’uso del Var.
L’Italia è stata uno dei primi Paesi al mondo a sperimentare la tecnologia nel calcio. L’adozione del Var da parte dell’IFAB, infatti, è stata preceduta da un periodo di prova off line nel massimo campionato italiano che ha generato risultati eccezionali, contribuendo in maniera determinante all’implementazione del protocollo definitivo.
E da questo la Figc passa a chiedere ufficialmente alla Fifa la possibilità a introdurre il challenge nel calcio, ossia il Var a chiamata come accade nel tennis. Tra l’altro nel comunicato la Figc evidenzia che nelle ultime settimane numerose società hanno chiesto di introdurre il challenge. Insomma Gravina fa comprendere che il calcio sta cambiando e che non è più tempo di fare muro. In Italia sta cambiando la geografia del potere, Gravina lo ha capito. Nicchi no.
Animata dallo stesso desiderio di innovare e con il medesimo spirito di servizio dell’epoca, la FIGC si è fatta interprete delle richieste pervenute nelle ultime settimane da numerose Società di Serie A ed ha anticipato informalmente alla FIFA la propria disponibilità a sperimentare l’utilizzo del challenge (la chiamata all’on field review da parte delle squadre), nei tempi e nei modi che l’Ifab eventualmente stabilirà. La Federcalcio è convinta che, continuando il percorso già intrapreso, si possa portare il calcio in una dimensione sempre più vicina ai milioni di appassionati, senza intaccare l’autorevolezza dell’arbitro bensì fornendogli strumenti concreti di ausilio.
C’è poi l’ultimo passaggio. Il più politico del comunicato. Un passaggio in cui la Figc cita Rizzoli (e non Nicchi) e in cui mette nero su bianco l’esigenze – condivisa con Rizzoli – di utilizzare di più il Var nei casi controversi. L’ultimo dei quali è stato Milik.
Il Presidente Gabriele Gravina, inoltre, ha condiviso con il designatore della Can A Nicola Rizzoli l’esigenza, già trasferita ai direttori di gara, di intensificare il ricorso all’on field review nei casi controversi che rientrano nell’ambito del protocollo internazionale. Ciò al fine di non alimentare polemiche strumentali che intacchino l’immagine del nostro campionato, che si appresta ad entrare nella fase cruciale della stagione.