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Gazzetta: perché il Psg è salvo e il City no? Al Khelaifi è al fianco di Agneli nell’Eca

I due club dipendono entrambi dai petrodollari di Emirati Arabi e Qatar, ma nel 2018 la Uefa aveva deciso di assolvere il Psg dalle stesse accuse per cui oggi condanna il City

Gazzetta: perché il Psg è salvo e il City no? Al Khelaifi è al fianco di Agneli nell’Eca

La Gazzetta dello Sport oggi approfondisce il caso City e soprattutto cerca di dare una risposta al quesito: perché il PSG l’ha fatta franca?

Per entrambe le squadre la situazione di fondo è più o meno la stessa. il City è foraggiato dai petrodollari della famiglia reale degli Emirati dal 2008 (attraverso l’Abu Dhabi United Group di Mansour binZayed) mentre il PSG da quelli della dinastia qatariota Al Thani dal 2011 (attraverso il fondo sovrano Qatar Investment Authority). Una cambiamento che ha letteralmente stravolto gli equilibri del calcio europeo, basti pensare che prima entrambe hanno stretto rapporti di sponsorizzazione con entità collegate ai rispettivi Paesi.

Fondamentalmente il caso del Psg fu chiuso già nel 2018, nonostante il presidente dell’Adjudicatory Chamber, José da Cunha Rodrigues, non fosse d’accordo e avesse deciso di chiedere una revisione del fascicolo. Un vizio di forma salvò comunque il PSG nel 2019 quando il Tas accolse il suo ricorso, ma intanto la Uefa l’aveva già assolta.

Il caso del City presenta delle differenze

Il City ha attaccato a più riprese l’Uefa parlando di «processo ostile e ingiusto» e di «accuse false», il Psg ha mantenuto un basso profilo e si è mostrato collaborativo. Non solo, il suo presidente Al Khelaifi è pure entrato nell’esecutivo Uefa, scelto un anno fa dai club in rappresentanza dell’Eca al fianco del presidente Agnelli.

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