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El Pais: Napoli resta l’altare eterno di Maradona

Il quotidiano spagnolo dedica due pagine al viaggio nella città che vive nel ricordo del Pibe, in attesa che Messi chiuda il cerchio con la storia

El Pais: Napoli resta l’altare eterno di Maradona

Il giorno in cui Messi scende al San Paolo a fare i conti col santino di Maradona è arrivato. Sono passati più di trent’anni per arrivare a chiudere questo piccolo cerchio della storia, e in Spagna la sfida di Champions un po’ in tono minore – per la semi-crisi del Napoli e del Barcellona – rimbalza sui media con la lettura storica.

El Pais dedica due pagine ad un lungo reportage nella città “altare eterno” di Diego. Daniel Verdù ripercorre la vita di Maradona a Napoli, parlando con Gennaro Montuori, Raffaella Iuliano (la figlia di Carlo Iuliano, indimenticato addetto stampa del Napoli di Ferlaino), gli ex compagni del Napoli scudettato e Lucia Rispoli, moglie di Saverio Vignati, ed unica cuoca e governante di Maradona nel suo periodo napoletano: “Ho cucinavo solo cibo napoletano. La pasta patate e provoca … Enormi quantità di macedonia. Gli portavo sempre un panino con la mortadella prima delle partite”.

Gli aneddoti sull’acquisto dal Barcellona, sulla pressione dei tifosi sotto il balcone del Presidente, e anche i rapporti del Pibe con la Camorra – ormai sviscerati in ogni modo – sono solo una parte del pezzo.  Perché il viaggio del Pais è soprattutto nei quartieri del ricordo, delle immaginette che ancora nel 2020 stanno appese ai muri dietro le bancarelle di frutta o nei bar. E nei dettagli dei napoletani che hanno sentito Maradona un “napoletano” come loro.

Il giro del primo Maradona infatti è fatto di gente “umile”, scrive El Pais. La figlia di Lucia Rispoli era la tata di Dalma e Gianina. Il figlio Massimo, che oggi si occupa del museo degli oggetti di Maradona che ha lasciato in eredità a suo padre (la panchina dello spogliatoio, le magliette di tutte le squadre contro cui ha giocato, il contratto di trasferimento dal Barça…), ogni lunedì giocava a calcetto con lui. A volte Maradona si presentava per mangiare a casa sua, a Secondigliano, scatenando il delirio dei bambini.

“Un giorno avevamo finito di cenare e mia madre era stanca. Non avevamo l’ascensore e non avevamo voglia di portare giù la spazzatura. L’ha portata Diego palleggiando col sacchetto per quattro piani di scale ”, spiega Massimo sul divano dove il giocatore è rimasto seduto per sette anni.

In un box El Pais ripercorre brevemente la storia societaria, per arrivare alla sfida di stasera. E dell’ultimo periodo scrive:

Aurelio De Laurentiis, membro della mitica famiglia di produttori cinematografici, rilevò ciò che era rimasto del club nel 2007 e riuscì a farlo rinascere dalle sue ceneri. Rafa Benítez è arrivato in panchina nel 2013 e ha vinto una Coppa Italia. Hanno fatto acquisti come Higuaín e Cavani, e hanno finito per giocare un calcio efficace con Sarri, mettendo in difficoltà la Juve. Ma riscrivere la storia a Napoli dopo Maradona è impossibile.

 

 

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