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Stasera in palestra proverò a spiegare ai miei bambini chi era Kobe Bryant

Era il ponte tra Michael Jordan e il basket moderno. Era rock e jazz, era Hemingway e Fante. Era un brand per la NBA ma da uomo non da marchio

Stasera in palestra proverò a spiegare ai miei bambini chi era Kobe Bryant

Stasera in palestra proverò a spiegare ai miei bambini chi era Kobe e cosa ha rappresentato per la mia generazione e per il gioco a spicchi. Ci proverò, provando ad essere bravo con gli occhi per trasmettere loro l’emozione e la fortuna di averlo visto giocare e la tristezza della sconvolgente notizia. Kobe ha rappresentato il bridge tra il vuoto lasciato da Michael Jordan e il basket moderno. Kobe era l’esatta manifestazione del giocatore consapevole, leader e glaciale baciato dalla fortuna di una capacità fisico-atletica fuori dal comune. Kobe era anche un po’ italiano, sorrideva e sudava, non so come riuscisse a poggiare il sorriso sui ferri ed incazzarsi con la stessa linearità.

Meravigliosa immagine di una figura trasversale, umana, colta. Un brand per la NBA che non viaggiava come marchio ma come uomo. Era autorevole e possedeva una tecnica sublime. Era rock e jazz, era Hemingway e Fante. Stasera proverò a racconterò ai miei bimbi con i loro completini azzurri, la loro gioia con la palla tra le mani, cosa era per me per noi Kobe, e perché il loro coach ha gli occhi rossi per una volta parlando loro di basket.

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