Basta pazienza. Chi si è messo a lavorare, cogliendo l’opportunità del suo arrivo, va avanti, gli altri sono messi da parte. Come Suso, che ha chiesto la cessione, e Paquetà, che preso dall’ansia ha chiesto di non essere convocato
Non c’è posto per chi frigna, nel Milan di Ibrahimovic. Lo svedese li stana e poi li allontana, li fa fuori ad uno ad uno. Senza perdere tempo. Nella sua stessa squadra, per loro, non può esserci posto. E’ più o meno questo il senso di quanto scrive Davide Gondola su Libero a proposito del nuovo Milan. Del Milan da quando è arrivato Zlatan.
Effetto Ibra
“Anche questo è l’effetto Ibra, anzi, è il vero effetto Ibra: l’impatto a Milanello del Duro di Malmoe ha fatto venire immediatamente a galla le magagne tecniche e caratteriali come succede agli gnocchi appena gettati nell’acqua bollente. Chi era rimasto ai margini e ha colto l’attimo della Zlatan Revolution per lavorare di più e meglio e tirare fuori le unghiette ha avutola sua chance e l’ha sfruttata: e ora gioca al posto di chi invece ha continuato ad accartocciarsi intorno alle mollezze, alla propria fetta di campo, alla presunta e mai dimostrata qualità tecnica”.
Quelli che hanno sfruttato l’opportunità sono Castillejo e Rebic. Quelli che sono stati messi alle corde, invece, Suso e Paquetà.
Suso chiede la cessione
Suso fa panchina da tre partite e quando “ha messo il naso in campo con la Spal” è stato riempito di fischi dal pubblico rossonero, tanto che “ha chiesto seduta stante di essere ceduto”.
L’ansia di Paquetà
Paquetà, invece,
“è stato preda di una tachicardia di origine nervosa dopo il match con l’Udinese, in cui Pioli – visto ritmi, peso e pathos della contesa – si è ben guardato dal metterlo in campo”.
Come già i suoi predecessori, Gattuso e Giampaolo, anche il nuovo tecnico rossonero lo ha bocciato (scrive Libero, “con un giro di parole più eleganti”) rinunciando ad ottenere qualcosa da lui.
“Al termine dell’allenamento di vigilia, tutto è sfociato nella richiesta – accolta – del giocatore: a Brescia non vengo, non ci sono con la testa”.
E non ci sono questioni di mercato, sotto, continua il quotidiano.
“La verità è che non c’è uno straccio di offerta, per il brasileiro triste. Vista l’impossibilità di una plusvalenza, a Casa Milan si valuta a questo punto l’opzione di un prestito in Brasile che possa innanzitutto rasserenarlo, visto il delicato stato psicologico, e quindi riportarlo a un valore importante”.
Bonaventura è avvisato
Dunque, fuori due. Ma c’è anche un altro già avvertito. Si tratta di Bonaventura. Domenica scorsa è stato pessimo, scrive Libero e adesso va in panchina.
“ora al centro, dell’attacco e dello spogliatoio, c’è uno che non ha tempo né pazienza. Svegliarsi, o continuare a stare nel partito dei deboli: che finalmente al Milan hanno deciso di mettere in minoranza”.