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1,7 miliardi di euro in sei anni per rifare gli stadi, il calcio spagnolo sta cambiando faccia

Dopo la redistribuzione dei diritti tv i club sono motivati a investire per rinnovare gli impianti: è il secondo step di una rivoluzione che potrebbe concludersi con i Mondiali del 2030

1,7 miliardi di euro in sei anni per rifare gli stadi, il calcio spagnolo sta cambiando faccia
Il Santiago Bernabeu

Dopo la prima rivoluzione economica, quella della redistribuzione “alla Robin Hood” dei diritti tv, la Liga è già partita con il secondo step: la riqualificazione degli stadi.

Ne scrive El Mundo, secondo il quale “negli ultimi 6 anni, dall’inaugurazione del nuovo San Mames, i club di prima divisione hanno speso quasi un 1 miliardo e 700 milioni di euro nell’ammodernamento degli stadi, o come nel caso dell’Atletico nella costruzione di nuovi impianti”.

E’ proprio la nuova ripartizione degli introiti derivanti dalle tv ad aver innescato questa rinascita anche infrastrutturale del calcio spagnolo. Perché con i nuovi criteri parte del denaro viene divisa tra i 20 club in base ai ricavi da biglietti e abbonamenti, portando inevitabilmente le società a puntare sugli stadi come fonte di nuovi guadagni.

“I 20 stadi della Liga – scrive il quotidiano spagnolo hanno visto crescere (o prevedono di aumentare) le loro capacità di circa 81.000 spettatori, il 16,2% in più”.

E dove non arriva il “gretto” interesse, la Liga ha pensato di veicolare l’ammodernamento delle strutture con dei paletti tecnici: il nuovo regolamento per la trasmissione televisiva, per esempio, impone delle migliorie, dalle nuove postazioni per le telecamere agli impianti di illuminazione.

Secondo El Mundo molti club sono stati portati a mettere mano alle vecchie strutture invece di costruirne di nuove per problemi logistici. Ma all’orizzonte c’è la possibilità che la Spagna ospiti i Mondiali 2030, che potrebbe essere il volano finale per completare la rivoluzione del calcio spagnolo.

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