Alla Juventus la legge non è uguale per tutti. I cuoricini dei compagni al post di CR7. Ora tutto dipende da come il portoghese si porrà con Sarri
Ronaldo non avrà uno sgabello come Bonucci. La legge non è uguale per tutti, nemmeno alla tanto celebrata Juventus. Lo scrive forte e chiaro Emanuele Gamba su Repubblica:
Ronaldo non verrà trattato come gli altri perché non è uno come gli altri, quindi gli insulti a Sarri sono stati derubricati a comprensibile sfogo e la fuga precipitosa dallo Stadium a gesto antipatico emendato con uno scarno tweet buttato in rete nel pomeriggio (“Partita difficile, vittoria importante!”) e riempito di cuoricini da molti compagni. Benché la Juve non abbia gradito il suo comportamento, Ronaldo non è stato multato e non avrà una sgabello come Bonucci, non finirà in panchina come Vidal o in castigo come Caceres, non verrà redarguito come Pirlo quando mise il muso dopo un cambio di Conte.
La legge dello spogliatoio.
Certe leggi di spogliatoio in ogni caso resistono ed è a quelle che Ronaldo dovrà sottoporsi: secondo il codice interno della squadra, un atto di indisciplina, un ritardo e un’espulsione costano un obolo da versare nella cassa comune e il discorso si chiude lì, sempre che il “colpevole” chieda scusa ad allenatore e compagni. Cristiano si abbasserà a farlo?
E ora?
Tutto dipenderà da come si porrà Ronaldo nei confronti di Sarri. In principio non era convinto della convivenza con un allenatore molto schematico, ma cambiò idea dopo aver capito che per lui il tecnico avrebbe derogato alle convinzioni di una carriera. Però non aveva preventivato questo drastico calo di rendimento, né la risolutezza sarriana. Saprà Cristiano reagire con realismo e umiltà, o continuerà a inseguire sé stesso?