La presenza di Cairo impedisce la difesa di Doveri, ma non c’è mai scritto: “quello di De Ligt è rigore”. Assertivo invece col Napoli: “Rigore incontestabile (Callejon), arbitraggio e Var da manuale”
Alla fine l’editore è sempre l’editore. Con il Torino danneggiato, non puoi consentirti di dare 6,5 all’arbitro e sostenere – unico giornale in Italia – che quello di Kjaer su Llorente non fosse rigore. Stavolta c’è Cairo che legge. E così la Gazzetta si fa prudente. Non fa una crociata, anche perché di fatto Cairo sta con gli Agnelli. In cuor suo, forse non gli interessa nemmeno più di tanto, c’è quantomeno un’immagine da preservare. A Doveri viene dato 5 in pagella. Ma quel che è interessante notare è il linguaggio usato quando si scrive della Juventus e quando si scrive di altre squadre in questo caso il Napoli.
Basta guardare i titoli delle due rubriche:
Torino-Juventus: “Quel mani da rigore è la decisione spartiacque”
Roma-Napoli: “Var da manuale, i rigori ci sono entrambi”
Ecco cosa scrive la Gazzetta, a firma Edoardo Lusena il nuovo curatore della rubrica dedicata alla moviola.
L’episodio chiave di tutta la partita: su una rimessa laterale a centro area il pallone trova il braccio di De Ligt dopo una spizzata di Belotti. Doveri lascia giocare e il Var non interviene: il braccio dell’olandese non è aderente al corpo, somiglia al fallo dello stesso De Ligt a Lecce punito con il rigore.
Il linguaggio è importante: “il pallone trova il braccio di De Ligt”. Ma anche “il braccio dell’olandese non è aderente al corpo”, e “somiglia al fallo dello stesso De Ligt a Lecce punito con il rigore”. Stavolta la Gazzetta non se l’è sentita di affermare che non era rigore. Non ha difeso l’arbitro a spada tratta. Ma nemmeno scrive “nega un rigore sacrosanto”, oppure “era rigore”. Lascia una porta aperta, non si sa mai.
Scrive che manca il giallo a De Ligt per un fallaccio – termine nostro – su Verdi.
Non c’è traccia della gomitata di Ronaldo a Izzo.
Il voto finale dato da Lusena a 5, ma anche qui il giudizio non è definitivo:
“Decide di non concedere il rigore per mani che influenza una partita già molto fisica, qualche sbavatura oltre al fatto che mancano un paio di gialli”. Decide di non concedere il rigore.
La sensazione è che le cronache arbitrali della Juventus somiglino terribilmente ai resoconti dei congressi dei partiti comunisti (quando c’era il comunismo) nei Paesi dell’Est.
Guardate invece come cambia il linguaggio dello stesso Edoardo Lusena nella moviola dedicata al Napoli.
“Un arbitraggio (e un Var) da manuale”. Subito un giudizio, al primo rigore. Stavolta al lettore non va lasciata nessuna possibilità di farsi una propria idea. Stavolta il lettore va guidato.
“al Var Aureliano non sfugge però che lo spagnolo si aggiusta la palla col braccio in maniera evidente. Scatta l’on field review e il rigore è incontestabile, Rocchi con calma e autorevolezza lo spiega e lo mima a Callejon silenziandone le proteste”.
Il rigore è incontestabile. Per De Ligt invece “il pallone trova il braccio di De Ligt”, “il braccio dell’olandese non è aderente al corpo”. Non c’è mai scritto se è rigore o no. Col Napoli sì, è rigore incontestabile. E c’è anche l’elogio di Rocchi.
Sia chiaro, anche per il Napolista il rigore di Callejon è incontestabile così come è incontestabile quello di De Ligt.
Sul fallo a Lozano, la Gazzetta scrive:
Al 79’ Lozano cade, Rocchi non vede il leggero contatto con Veretout, ma è fuori area e il Var non può intervenire ma è l’unica sbavatura in una partita esemplare.
7,5 il giudizio a Rocchi, voto dato sempre da Lusena che ha avocato a sé tutti i giudizi degli arbitri. Va letto col tono dei cinegiornali Luce.
Gestisce in maniera impeccabile una partita potenzialmente esplosiva: sul primo rigore il Var lo invita a vedere un’azione impossibile da cogliere per lui, sul secondo non ha esitazioni, giusta la distribuzione dei cartellini. Non vede il fallo su Lozano ma resta una prestazione eccellente.