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Libero: gli arbitri strafottenti se ne strafottono. Usano il Var solo per fuorigioco e falli di mano

Si vogliono riprendere l’autorità perduta a discapito della tecnologia. Sono una casta che non parla e non comunica. Perfino i terroristi dell’Isis spiegano cosa fanno

Libero: gli arbitri strafottenti se ne strafottono. Usano il Var solo per fuorigioco e falli di mano

“È bastato un “mercoledì da cogl…ni” per togliere dalle grazie degli italiani la moviola in campo”.

Lo scrive Tommaso Lorenzini su Libero.

Eppure, tre stagioni fa, quando fu introdotto il Var, sembrò che la situazione sui campi da gioco fosse migliorata. La percentuale di errori arbitrali in ogni partita si era ridotta allo 0,89 rispetto al 5,78 dell’epoca precedente, quella senza tecnologia.

“In pratica, col Var l’arbitro non era divenuto infallibile, una chiamata errata a partita la commetteva ancora, ma una era sempre meglio di sei”.

Non solo. Erano anche crollate le sanzioni per proteste (-17,5%) e le simulazioni (-35%). Il tempo medio di interruzione era di 31 secondi e mezzo.

La scorsa stagione la media degli errori è stata simile (0,91% dopo 30 giornate). Invece quest’anno, il 17 ottobre, Rizzoli ha spiegato a Sky che dopo sole sette giornate gli errori erano saliti all’1,3%. In pratica c’erano stati 6 errori lampanti, “di cui almeno 3 andavano evitati”.

Il regolamento Ifab parla di necessità che si verifichi un “chiaro ed evidente errore” per poter chiamare in causa il Var. Poi ci sono le nuove regole sui falli di mano. Ma a che serve il var usato in questo modo, si chiede Lorenzini? Solo a farci tornare ad un clima di sospetti, veleni e congiure contro una squadra o un’altra.

E a che serve la presenza dell’arbitro in campo se non va a controllare il video e passa quattro o minuti a vagare sul campo ad ascoltare all’auricolare i colleghi che, davanti ai monitor, gli raccontano quello che gli spettatori osservano attraverso le immagini da casa?

Il turno infrasettimanale di campionato è stato emblematico. Con Giacomelli che non va al Var a rivedere le immagini del contatto Llorente-Kjaer, Irrati che espelle Fazio in Udinese-Roma per un fallo inesistente su Osaka e non rivede l’azione mentre in Sampdoria-Lecce Massa dà rigore al Lecce ed espelle Ferrari per fallo di mano, poi rivede tutto e annulla.

Lorenzini scrive che non è possibile che siano le proteste dei giocatori della panchina a spingere l’arbitro a ricorrere al Var: sarebbe la fine del calcio. L’arbitro sarebbe influenzato dal parere dei calciatori inferociti che lo accerchiano e si azzererebbe qualsiasi tipo di regolamento. Occorrerebbe, al massimo, introdurre la possibilità di una chiamata per squadra ogni 45 minuti.

“E’ strisciante e per niente piacevole l’idea che gli arbitri si vogliano riprendere l’autorità (non l’autorevolezza) perduta a discapito della tecnologia e si affidino ad essa ormai solo per cose oggettive, o presunte tali: fuorigioco o falli di mano. A tutto il resto ci pensano loro, strafottendosene e strafottenti. Alla faccia di Rizzoli, che da tempo sollecita «andate sempre a rivedere»”.

La cosa che stupisce, inoltre, è che, ancora oggi, nel 2019,

“la casta arbitrale sia ancora l’unica categoria che non parla, non spiega, non comunica. Perfino i terroristi dell’Isis usavano i social per far sapere cosa stavano facendo. Non sarebbe l’ora che l’Aia pubblicasse dei post dopo ogni giornata con la sintesi dei referti arbitrali? Non placherebbe le polemiche magari, però almeno farebbe capire cosa diavolo hanno fischiato e perché”.

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