In conferenza: «Però noi non pensiamo mai a quando si lascia, viviamo di presente più che di futuro»

Gasperini ha parlato in conferenza stampa per presentare la finale di Europa League tra la sua Atalanta e il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. Molti i temi toccati, tra cui quello del futuro.
Quale è il momento propizio per lasciare?
«Il momento propizio non lo sai quando ci arrivi, non abbiamo la sfera di cristallo. Si dice che il momento giusto è quando vinci, perché non cali nella considerazione. Però noi non pensiamo mai a quando si lascia, viviamo di presente più che di futuro. Quello che ha fatto Xabi Alonso è molto bello, sicuramente gli si sarebbero spalancate tante occasioni. È molto positivo, un esempio di calcio».
L’ennesima qualificazione in Champions è il modo migliore per presentarsi a Dublino?
«Sicuramente sì, è stato un ulteriore passo che permette il massimo della concentrazione sulla finale. Il mio sentimento maggiore in questo momento è di attesa: abbiamo preparato tutto, ora aspettiamo di confrontarci e giocare la partita. Dovremo essere bravi in queste 24 ore nel trovare la serenità giusta».
Quanto peserà il ritorno di Scamacca?
«Scamacca negli ultimi mesi ha fatto un’evoluzione notevole, non solo in termini di gol. Soprattutto in una partita come quella contro la Juventus sarebbe stato fondamentale, anche perché non abbiamo un’alternativa simile nel ruolo. È chiaro che domani ci sono tutti, c’è lui, c’è Lookman, c’è De Ketelaere, il reparto d’attacco è al completo e possiamo ragionare su 90 minuti o anche di più».
Siete arrivati a questa partita nella condizione ideale?
«Sotto l’aspetto mentale e psicofisico sì. Aiuta anche aver centrato la Champions. Sono dispiaciuto per l’assenza di De Roon per suo valore in campo e perché meritava di giocare la finale. In questo momento non è facile quando giochi ogni tre giorni riuscire a esprimersi nel modo migliore. Ci è rimasto il rammarico della partita con la Juventus: probabilmente non eravamo al meglio, ma adesso è un’altra finale con una coppa molto prestigiosa».
Come si affronta una squadra che non perde da 51 partite? E un suo pensiero sui tifosi in arrivo?
«Abbiamo chiesto un grande sacrificio a loro per seguirci così tante volte. Non ci hanno mai fatto mancare la loro presenza: speriamo di dargli una grandissima soddisfazione. Affrontiamo una grande squadra: lo dicono i numeri, le prestazioni e i risultati, ma nel nostro percorso abbiamo affrontato tante squadre molto forti in Italia e all’estero. Abbiamo la giusta autostima e fiducia».
Quanto è importante avere un giocatore come De Roon?
«Non nego che avrei preferito averlo in campo. Non potendo esserci, sono felice che lui sia comunque con noi. Ma non c’erano dubbi: sarà nello spogliatoio in queste ore, per noi è stato un capitano sempre esemplare, per comportamento e per qualità in campo. Siamo dispiaciutissimi che debba saltare questa partita, ma trasmetterà la sua energia».
Si è divertito a guardare il Bayer? E sarà la finale del gioco?
«Sono molto organizzati e hanno giocatori di valore. Hanno soluzioni diverse non solo in attacco anche per come muove i giocatori. Sono duttili, si difendono molto bene e ripartono altrettanto bene. Dovremo fare una prestazione molto attenta, precisa in termini di organizzazione. Come sempre nelle finali gli episodi vanno portati dalla propria parte».
Gasperini: «Abbiamo incontrato il Bayer due anni fa, ma oggi sono diversi. In una finale devi saperti adattare»
Il gioco espresso dal Bayer può mettere in soggezione?
«Abbiamo grande rispetto e conoscenza del nostro avversario. Li abbiamo incontrati due anni fa ma, pur mantenendo alcuni di quei giocatori, oggi sono diversi. Quando giochi tra andata e ritorno fai un’esperienza migliore in termini di conoscenza, ma in una finale devi essere bravo ad adattarti e capire come essere protagonista».
«Magari con caratteristiche diverse, ma certe componenti sono sempre state presenti nella squadra, negli anni. Poi magari le caratteristiche dei giocatori potevano essere diverse, ma c’è sempre grande senso di appartenenza, grande connessione tra la squadra, la società, i tifosi. Abbiamo fatto un percorso di crescita, se vogliamo prorompente e inaspettato all’inizio, ma ci siamo arrivati tutti insieme: sembrava dovessimo soffrire di più, invece siamo ritornati presto in Europa, l’anno prossimo faremo nuovamente la Champions. Credo sia un insieme di componenti, ne siamo orgogliosi ma penso sempre di poter fare qualcosa in più».
Più gioca e più l’Atalanta migliora?
«Il campionato italiano è cresciuto con la presenza di tante squadre, lo dimostrano le tante finali e il ranking. Ci sono più squadre in Europa che possono rappresentarci. Speriamo sia una spinta anche per la Nazionale. Per noi, giocare tante partite ci ha agevolati: ci siamo allenati meno e giocato di più potendo sperimentare in modo maggiore. C’è stata anche un po’ di fortuna con pochissimi infortuni per quanto la stagione sia stata durissima. I calendari sono molto compressi: o ci abitueremo o dovremo trovare qualche stratagemma».