Su Repubblica Firenze. “Cosa mai possiamo avere noi, tifosi viola, a detta di tutti fra i più civili, a che spartire con chi nel 2019 fa i versi della scimmia a un giocatore con la pelle scura?”
Su Repubblica Firenze, la lettera di Sandor Zwack, presidente del Viola club di Budapest, gemellato con il Verona. Zwack scrive che, alla luce di quanto successo a Balotelli e delle dichiarazioni di Luca Castellini, questo gemellaggio non ha più motivo di esistere, è un problema.
Scrive che episodi come questo gli provocano il vomito. E, a proposito del gemellaggio del club ungherese con il Verona, scrive:
“Io personalmente da tifoso viola con una tifoseria (che porta le bandiere con la svastica in curva) non voglio essere gemellato, anzi non voglio averci niente a che fare. Cosa mai possiamo avere noi, tifosi viola, a detta di tutti fra i più civili, a che spartire con chi nel 2019 fa i versi della scimmia a un giocatore con la pelle scura? Che cosa? Allora se siamo così civili prendiamo ufficialmente le distanze da questi personaggi. Per non parlare del presidente e dell’allenatore del Verona calcio, che dopo la partita sminuivano il tutto invece che condannare fermamente”.
A rispondergli, sullo stesso quotidiano, il presidente dell’Associazione tifosi fiorentini, Federico De Sinopoli. Il gemellaggio non si tocca, dice.
«Il gemellaggio col Verona c’è stato, c’è e ci sarà sempre. È stato siglato da gente di sinistra con gente che era di destra negli anni ’70. Erano altri i valori su cui si fondava, non certamente le diverse ideologie. I nostri gemellaggi, compresi quelli con Torino, Catanzaro e Sporting Lisbona, oltre ad essere duraturi nel tempo, sono forti e sani. Tutto il resto proprio non ci interessa».
Non è l’unico a pensarla in questo modo, scrive il quotidiano. Sulle stesse posizioni anche il presentatore Carlo Conti, tifoso viola, il presidente della Cassa di Risparmio di Firenze e Toni Scervino, ceo della maison fiorentina. Tutti condannano il razzismo, ma ritengono che rotture di questo tipo siano controproducenti e inutili.