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Il pm del Ponte Morandi: “Autostrade non ha il controllo della situazione”

La magistratura fa chiudere due ponti per verificare le loro condizioni. Un avvertimento ad Aspi: o controllate o ci pensiamo noi. “Il procuratore: “C’è stata una sottovalutazione dello stato delle infrastrutture”

Il pm del Ponte Morandi: “Autostrade non ha il controllo della situazione”

Sul Corriere della Sera, Marco Imarisio racconta le parole pronunciate ieri dal pm Walter Cotugno ai giornalisti che lo attendevano fuori dal suo ufficio. Cotugno è il pm titolare dell’inchiesta sul Ponte Morandi e di quella sui falsi report sui viadotti. Ha detto:

«Autostrade per l’Italia non ha il controllo della situazione».

Imarisio continua raccontando anche il prosieguo della breve conversazione. Dice che il pm ha congedato la stampa aggiungendo

“che non scommetterebbe su nessuno dei 1.918 ponti e viadotti gestiti dalla società concessionaria di proprietà della famiglia Benetton”.

Non c’è più fiducia nel concessionario, non dopo quello che è successo, con il crollo del Morandi e dopo quello che si è scoperto nelle indagini.

Così, la magistratura, lunedì, ha chiesto ad Aspi di chiudere due cavalcavia sulla A26, il Pecetti e il Fado.

Il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, ha commentato così la decisione:

“Un intervento che non poteva più essere procrastinato e non una decisione presa sull’onda delle emozioni per il viadotto crollato domenica in A6. Perché i ponti Fado e Pecetti, sulla A26, rischiavano seriamente di mettere a repentaglio la sicurezza degli utenti”.

Una sorta di avvertimento ad Autostrade, scrive Imarisio. Come se la magistratura abbia voluto dire: o fate i controlli e intervenite o ci pensiamo noi.

Perché mentre Aspi classificava i due viadotti chiusi con uno stato di salute di 40 su una scala di 70, cosa che non avrebbe previsto interventi urgenti nel giro di almeno cinque anni, domenica sera, dopo il crollo del viadotto sulla Torino-Savona, i consulenti della Procura hanno invece ravvisato valori di ammaloramenti superiori, su entrambe le strutture.

Il procuratore di Genova Francesco Cozzi ha dichiarato:

«È stato rilevato un grave stato di degrado che consisteva in una mancanza di cemento per cui si doveva intervenire subito. Era come se in un balcone la soletta sottostante fosse completamente sgretolata e la parte sana solo quella piastrellata. Noi non ci sostituiamo a nessuno, il nostro compito è di sollecitare gli interventi di competenza altrui. Nei mesi scorsi c’è stata una sottovalutazione dello stato delle infrastrutture».

Insomma, chi doveva capire ha capito, scrive Imarisio.

Ieri, intanto, la Guardia di Finanza ha perquisito di nuovo gli uffici genovesi di Spea, la società che si occupava, per conto di Aspi, dei controlli, alla ricerca di documenti sui due viadotti.

 

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